Estate 1944: dalla piccola terrazza davanti all’osteria di Scudellate, lontano, oltre i cinque villaggi della valle, oltre le gole di un fiume senz’acqua, oltre i binari della ferrovia, oltre la frontiera, vediamo Milano bruciare sotto le bombe alleate. Eppure la piccola frazione in cima alla valle, a 910 m di altitudine, non sente la guerra. Il villaggio vive grazie ai suoi contadini, ai suoi boscaioli, alle bricolle, al traffico dei contrabbandieri che ogni notte raggiungono, a piedi, la vicina vallata italiana d’Intelvi. E poi ci sono tante guardie di confine svizzere che controllano i ripidi pendii e i vasti pascoli fino in cima alla vetta del Monte Generoso, cercando a volte riposo all’ombra di una nevera, in compagnia di capre o dividendo un formaggino con un partigiano o un esule ebreo.

Estate 2017: Milano non si vede più, soffocata dallo smog.  La vicina vallata italiana si raggiunge ancora solo a piedi, ma ora la percorrono turisti e ciclisti fino a Erbonne. Piccola località abitata da svizzeri, ma situata in Italia forse per un errore storico, dove pare iniziare già il mitico oriente, oltre i monti. Il bosco di castagni divora i pascoli. Scudellate negli anni ha perso la posta, il panettiere, la scuola, la cooperativa di consumo. Ma nel 1982 ha aperto un ostello molto ben  frequentato. Mentre l’osteria, celebre in tutta la regione fin dagli anni 40, ripropone ancora un tradizionale e profumatissimo coniglio in umido con polenta che non teme concorrenti. Dalla vetta del Monte Generoso, comune ad Italia e Svizzera, dalla quale si scorge a malapena il piccolo villaggio, si dominano i dolci declivi del fondovalle: gli alberghi d’inizio 900 sono stati sostituiti da nuove offerte turistiche che, dicono, corrispondono meglio alle esigenze di turisti insubrici e confederati. Anche se la struttura di cemento dell’ultima bottiana fatica, che poco o nulla ha a che vedere con un fiore, ricorda più un autosilo. E pare offendere il verde e la natura circostanti. Oggi gli abitanti di Scudellate sono pochi, meno di trenta, eppure il paese è rimasto un punto di riferimento per chi l’ha lasciato e un punto d’incontro per escursionisti che in poco tempo raggiungono bolle, punti panoramici suggestivi e le più belle viste. Fm / 30.05.2017

Come arrivare: in autopostale da Mendrisio con cambio a Morbio superiore e a Muggio. In automobile da Mendrisio e da Chiasso (ma in loco i posteggi sono una rarità!). A piedi da Erbonne, da Muggio, dalla Bellavista o dal Generoso salendo con il treno da Capolago.

Dove mangiare: Osteria Manciana a Scudellate: si trovano tutti i prodotti tipici della valle, dai formaggini, al zincarlin, ai salametti, oltre a polenta, risotti, vari tipi di carni cotte e crude nostrane e crostate. Un piccolo negozio rimasto fermo agli anni 40 con mobilio e profumi vende pure prodotti alimentari regionali. Splendida vista sulla valle. Osteria del Valico a Erbonne: piccola osteria gestita con grazia e arredata con gusto con mobilio e suppellettili d’epoca trovati sul posto. Cucina regionale nostrana fatta da vari tipi carni, risotti, polenta, affettati e pizzoccheri. Non chiedete gazoze, torte di pane o formaggini. La tradizione in terra lombarda un po’ si è persa…

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