Nacque come capitale di un regno fra i più vasti d’Europa. Chi l‘ha visitata ne è convinto: San Pietroburgo è una fra le più belle città europee. Come Venezia e Amsterdam sorge sull’acqua, nel mezzo di quello che la natura aveva deciso che fosse solo un acquitrino gelato e una landa desolata, è intersecata da fiumi e canali e collegata da centinaia di ponti.

La sua però è una storia decisamente molto recente, indissolubilmente legata alla figura di Pietro il Grande, e nel 2023 festeggerà i 320 anni dalla fondazione. Una fondazione alla quale partecipò attivamente pure il ticinese Domenico Trezzini di Astano, il quale introdusse la cultura barocca occidentale che ritroviamo ad esempio nella Fortezza di Pietro e Paolo e nella cattedrale.

Fredda metropoli lontana attraversata dalla Neva, affacciata sul golfo di Finlandia e con alle spalle il Lago Ladoga, conta oltre 5 milioni di abitanti. Per quasi tutto il 20° secolo è stata la finestra e la porta d’entrata di un impero, quello sovietico, che andava dal Mare di Barents a quello del Giappone. Città-fortezza è stata capitale russa dal 1712 al 1917 e ha cambiato nome nel 1914 passando da San Pietroburgo a Pietrogrado, poi nel 1924 divenne Leningrado e infine nel 1991 riprese l’antico nome.

Quando il freddo pungente e il lungo inverno gela l’acqua nei canali e l’alito dei suoi abitanti, la città sembra pietrificata e priva di vita. Eppure, sia in inverno quando le giornate sono solo notte, sia in estate durante le sue celebri notti bianche, la vita continua: brulica lungo le trafficate prospettive, nei suoi 30 teatri, fra cui il celebre Mariinskij dell’Opera costruito attorno al 1860 e dedicato a Maria, consorte dello Tzar Alessandro II, e negli oltre 50 musei, fra cui spicca quello più celebre, l’Hermitage, che raccoglie in 4 edifici oltre 2 milioni di opere d’arte dalla preistoria al contemporaneo, fra cui la “Madonna Litta” di Leonardo, la “Danae” di Rembrant, “I Bevitori” di Velasquez e la “Donna in blu” di Césanne.

Dal punto di vista culturale la metropoli non ha eguali: in un trionfo di bianchi, ori, celesti e colori pastello ogni angolo, chiesa o palazzo parla di musica, architettura e letteratura e tornano subito in mente le figure di Gogol e di Dostoevskij. In questa città fiorì la grande stagione della letteratura di questo immenso Paese, che molto influenzò la cultura di un’Europa da cui a sua volta provenivano le idee politiche socialiste che infiammarono la città nel 1905 e nel 1917. Alle porte della città troviamo l’immenso Peterhof, una sorta di Versailles del Nord con estesi giardini, fontane monumentali e cascate, interamente raso al suolo, ma poi ricostruito, dai tedeschi che assediarono la città, affamandola, dal 1941 al 1944 causando la morte di oltre 470’000 disperati.  ©  Fm /4 marzo 2018

Nessun consiglio di viaggio siccome questa destinazione è stata per ora solo immaginata, e non vissuta !

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