Bucarest, come tutte le grandi città dell’Est europeo, è molto dinamica, piena di vita e all’avanguardia. Ma come molte altre città del cosiddetto Est in noi suscita spesso diffidenza. La immaginiamo ancora triste, grigia, povera, violenta, inquinata come ai tempi della dittatura comunista. Invece Bucarest è in pieno fermento, sta cambiando volto e ritrova tutte quelle sue caratteristiche “parigine” che Ceausescu tentò di cancellare, e sta diventando il vero centro della scena artistica, culturale e mediatica rumena. L’architettura elegante e l’atmosfera urbana le conferirono infatti durante la Belle Époque il soprannome di “Piccola Parigi”. Anche se diversi edifici e quartieri del centro storico furono danneggiati o interamente distrutti dalla guerra, dai terremoti e dal programma di sistemazione di Nicolae Ceausescu l’atmosfera resta. Negli ultimi anni la città ha vissuto un vero boom economico e culturale. Ma in effetti è da quando nel 1862 divenne la capitale della Romania che subisce cambiamenti continui. Bucarest sta cambiando in fretta, ragion per cui è proprio ora, mentre vive ancora fra passato e futuro, che merita una visita.

  1. Per visitare il gigantesco e assurdo Palazzo di Ceausescu, oggi sede del Parlamento, per poi dimenticarlo in fretta ! Dopo il terremoto del 1977 il dittatore rasò al suolo un quinto della città abbattendo palazzi eleganti, case popolari e oltre 20 chiese ortodosse. L’eco mostro, secondo più grande edificio al mondo, è solo una delle tante opere volute da Nicolae l’analfabeta e che troviamo in città, spesso incompiute, scheletri di cemento a basso costo, testimonianze vuote di un periodo in cui tutto il popolo aveva fame e freddo per permettere di realizzare le sue manie di grandezza (vedi anche gli articoli di riferimento su questo blog).
  2. Per passeggiare nella zona più antica della città, Lipscani, dove si possono ancora ammirare i resti del palazzo e della chiesa di Vlad l’impalatore che fece di Bucarest la sua capitale nel 1459. Un quartiere pedonale e bohémien caratterizzato da un bellissimo e animatissimo caravanserraglio che ospita decina di bar e ristoranti, bar che ritroviamo pure in ogni angolo del centro. Il centro antico è un groviglio di stradine da sempre dedicate al piccolo commercio, agli artigiani e alle locande. Le strade più caratteristiche sono Strada Franceza, Strada Selari e Strada Lipscani e il Pasajul Villacrosse.
  3. Per scoprire la Storia recente di Bucarest lungo la Calea Victoriei: il viale più elegante della Bucarest degli anni ‘30. Le ristrutturazioni e i palazzi nuovi gli hanno ridato il fascino di un tempo. Degni di nota sono il Museo nazionale di Storia e in faccia la Casa de Economii, il Circolo militare, la Casa Capsa, hôtel preferito dei regnanti europei costruito nel 1886, la Torre del Palazzo dei Telefoni, una sorta di Empire State Building in puro stile art déco anni ’30, il Novotel dove è stato inserito quanto restava del teatro Nazionale che fu distrutto dai bombardamenti nel 1944, il Museo nazionale d’arte accanto al Ministero degli interni da dove nel 1989 cercò di fuggire il dittatore, l’Athnénée Palace Hôtel, e la sala da concerti Atheneum del 1888. Il lungo viale termina a Plata Victoriei dove iniziano gli Champs Elysées (Kiseleff) di Bucarest caratterizzati da un imponente Arcul de Triumf.
  4. Per visitare una sorta di Museo di Ballenberg rumeno, il Muzeul Satului, situato nella cosiddetta Garden City, poco distante dall’Arco di Trionfo. Progettato come un tipico villaggio rurale, il museo all’aperto offre percorsi alla scoperta delle caratteristiche architettoniche contadine rumene. 300 autentici edifici popolari e religiosi da ogni regione della Romania: un modo origine per vivere la campagna in città. Il museo ricorda Skansen, a Stoccolma, ed è stato inaugurato nel 1936. La vita nel villaggio è molto importante per i rumeni giacché fino a tempi recenti la maggior parte della popolazione conduceva un tipo di vita rurale. A questo proposito degno di nota pure il vicino Museo del contadino romeno.
  5. Per gustare la non sempre leggera cucina romena, ad esempio in un caratteristico ristorante semi all’aperto nel cuore della capitale, la Terasa Doamnei, con loggiati e palchi, che offre pure musica locale dal vivo. Un po’ kitsch ma decisamente simpatico per il suo carattere fuori tempo. Oppure per visitare la Carù cu Bere, una grande e antica birreria in puro stile bavarese dell’800. Forse un po’ troppo turistica ma architettonicamente molto interessante. La Locanda Jaristea è elegante e fa rivivere il passato glorioso di Bucarest degli anni ‘30. Con spettacoli di opera, danza, cabaret e jazz. Un modo per passare le serate ormai scomparso alle nostre latitudini. © Fm / 22 giugno 2018

Dove dormire: Hôtel Mercure City Center. Moderno e essenziale. Oppure lo storico Casa capsa.

Come arrivare: voli diretti da Zurigo o da Milano. In treno potrebbe essere una lunga e interessante avventura via la Serbia o l’Ungheria.

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