Oggi l’Albania è membro della Nato e sogna di aderire all’Unione europea. Ma il cammino sarà ancora lungo. Il turismo è però un ottimo modo per permettere agli albanesi di conoscere maggiormente i suoi vicini europei, ma pure a noi di conoscere loro e di capire meglio certe modalità e certe mentalità degli albanofoni che vivono in Europa. Perché la diaspora albanese è numerosa, fra Italia, Svizzera, Austria e Germania, dove risiedono pure numerosi kosovari. Chi è rimasto in patria ormai si sta urbanizzando: dalle montagne e dalle campagne la gente si sposta sempre più verso i centri urbani quali Tirana, Durazzo, Valona e Saranda alla ricerca di immaginari scenari per una vita migliore.

I centri urbani si stanno espandendo spesso in modo disordinato, la speculazione edilizia impera, gli abusi pure. E ovunque sorgono non solo capannoni commerciali e industriali, palazzi di abitazione, spesso fatiscenti ancor prima di essere terminati o addirittura mai terminati, ma pure monumentali e orrende riproduzioni kitsch di regge europee o immaginari templi antichi. Spesso solo contenitori vuoti di possibili alberghi o università private mai inaugurate. Ovunque, ma in particolare fra Tirana e Durazzo e lungo la costa fra Valona e Saranda, regna lo stile libero albanese, che a volte ricorda pure certe architetture senza senso che troviamo in Ticino e in nord Italia.  Saranda poteva diventare la Monte Carlo albanese: la speculazione edilizia e il degrado l’hanno soffocata. La città, inserita in una splendida baia azzurra e turchese circondata da colline coperte da una fitta vegetazione mediterranea lussureggiante che già ricordano la Grecia, propone comunque numerose strutture alberghiere e ristoranti di buona qualità, oltre a locali notturni, spiagge di sabbia poco frequentate fuori stagione, offerte storico-culturali di rilievo e un’ottima cucina regionale a base di carne, pesce e verdure con forti sapori, accenti e reminiscenze ottomani, levantini, mediorentali e macedoni. Oltre a vini bianchi e rossi poco pastosi, e spesso liquorosi.

Il turismo è ai suoi inizi e si vede: gli alberghi sono generalmente nella media europea, ma appena sorge un problema il personale si fa in quattro per risolverlo e per rispondere alle attese di clienti. Anche nei ristoranti, nei bar, nei musei, al mercato o per strada la gente è molto disponibile, accogliente e desiderosa di mostrare il meglio del proprio Paese. Inoltre tutti parlano (quasi) perfettamente l’italiano o l’inglese. Gente spesso fiera e orgogliosa alla quale basta però un sorriso da parte nostra per illuminare i loro sguardi. Chi sceglie di viaggiare da solo in Albania troverà (per ora) ancora molte strade prive di traffico, che offrono spesso forti emozioni come quando si percorrono i tornanti del Passo di Llogara fra Valona e Saranda, a picco sul mare. L’adrenalina sale pure a chi osa prendere uno dei pochi treni in circolazione: non tanto per la loro velocità “sottosonica”, ma soprattutto per la decisamente bassa qualità del materiale rotabile, per i binari dissestati e per i mercanti e il pollame evitati per poco… L’Albania conta tre linee ferroviarie per passeggeri e ca 470 km di binari. L’unico aeroporto internazionale si trova a Tirana, ma lo stato delle strade e l’assenza di autostrade verso le spiagge del sud fanno sì che i tempi di percorrenza possono essere assai lunghi, anche se percorsi con autobus di linea.

Il clima sulla costa è tipicamente mediterraneo, con lunghe estati molto calde e secche. Nell’immediato entroterra, caratterizzato da colline, montagne e pianure coltivate la pioggia non manca mai e il clima è continentale temperato. Nelle zone montagnose dell’interno, che culminano a ca 2’700 m con la vetta del Monte Korab, la neve cade abbondante e può essere presente pure d’estate. L’Albania di fatto è un Paese molto verde: essendo poco abitato (solo 3,2 milioni di abitanti) là dove l’uomo è assente presenta vaste zone coperte da boschi e foreste dove regnano lupi e volpi, letti di fiumi allo stato selvaggio, paludi e laghi, oltre a distese di uliveti, limoneti, aranceti e vigneti. Un paradiso terrestre che conta ben 12 parchi nazionali ma che contrasta in modo a dir poco orripilante con le periferie di villaggi e città, colorate da rifiuti domestici di ogni genere e da tumuli di copertoni ormai strafatti, che bruciando offrono tramonti surreali. © Fm / 3 maggio 2018

(2 – Continua)

Come arrivare, dove dormire, dove mangiare e come spostarsi nei prossimi episodi