Gli anni ‘30 dell’800 in Ticino furono caratterizzati dalla violenza politica e da lotte cruente fra liberali, moderati e conservatori, da rivoluzioni e controrivoluzioni per conquistare il potere e dalla presenza di numerosi esuli politici, in particolare italiani. Con l’apertura nel 1830 della prima strada carrozzabile del Gottardo cominciarono però ad arrivare nel Cantone anche i forestieri, di cui ca 20.000 attraversavano ogni anno il colle.

A Magadino prendevano il “Verbano”, il primo battello a vapore sul Lago Maggiore che iniziò le corse fino a Sesto nel 1826. A Lugano o a Melide salivano su battelli a vele latine fino a Capolago poiché il ponte sul lago fu inaugurato solo nel 1847. Nel 1837 venne pubblicata la prima guida turistica moderna da parte di Karl Baedeker e l’anno dopo Zurigo inaugurò il primo albergo di lusso della Svizzera, il Baur. Mentre nel 1841 Thomas Cook lancia il primo viaggio organizzato di gruppo. Lugano e Locarno non erano destinazioni turistiche e non vi erano ancora alberghi confacenti alle moderne necessità. Prima della costruzione del Du Parc nel 1855 per opera dei fratelli Ciani, l’attuale Palace, e del Grand Hôtel a Locarno nel 1874, in entrambe le cittadine i forestieri alloggiavano nelle locande o in piccoli alberghi.

Viaggiare in Ticino ai primi dell’800 non era comunque cosa facile: oltre al fatto che le strade veramente tali erano assai poche, bisognava pure fare i conti con i briganti, con le elevate spese per il noleggio dei mezzi, per il deposito delle merci, per il vitto, per l’alloggio, per i vari pedaggi, e con le dogane interne che rallentavano assai i tempi di percorrenza, ma che procuravano al Cantone importanti entrate, e che permisero poi di migliorare le strade.

Vigeva allora una logica perversa poiché per facilitare i traffici e per promuoverli si rendevano i viaggi più dispendiosi con il rischio che questa politica dei trasporti, che in parte ricorda quelle attuali, finisse per dirottare i transiti su vie concorrenti. Stefano Franscini valutava che per colpa delle dogane i commerci di transito avevano subìto un crollo da cui sarebbe stato difficile riprendersi. Secondo la stampa del 1837 i doganieri erano degli scrocconi spesso reclutati tra gli avanzi di estere galere che arrotondavano gli stipendi infierendo sui più poveri. Se già le dogane interne erano malviste, quelle dei posti di frontiera fra gli Stati suscitavano addirittura timori, poiché i viaggiatori si ritrovavano in balia di sospettosi controlli di passaporti e minuziose ispezioni di bagagli, diventando le vittime dei dissidi ricorrenti fra il Ticino e gli Stati confinanti, i quali rimproveravano al Cantone di dare asilo a rivoluzionari e agitatori di ogni sorta.

Viaggiare in Ticino nell’800 non significava solo vivere l’esperienza della sublimità del paesaggio, ma pure sperimentare la meschinità degli uomini, il senso di un tragitto interminabile e la percezione limitante del confine. Un limes che separava il Ticino dalla sua patria geografica e culturale, dalla quale economicamente dipendeva anche se l’approvvigionamento era rimesso regolarmente in questione da eventi politici.

Lettura consigliata: “Le meraviglie del Ticino”, Jacob Burckhardt, Armando Dadò editore, Locarno, 1993 (originale del 1839). L’erudito basilese Jacob Burckhard (1818-1897) scopre per la prima volta il Ticino e Lugano nell’estate del 1837 e ne rimane affascinato. Il suo interesse nasce da un viaggio a piedi che compie – non ancora ventenne – in compagnia di tre amici. Le sue annotazioni costituiscono una sorta di “guida retrospettiva” per il turista e l’appassionato di cose d’arte e testimoniano la maturazione progressiva dei suoi interessi culturali che lo porteranno alle grandi sintesi di Storia della civiltà greca.