Centinaia di migliaia di biciclette sfrecciano ogni giorno sugli oltre 1200 piccoli ponti di pietra e levatoi, lungo le strade che costeggiano i numerosi canali, sui quali si affacciano imponenti case patrizie riccamente ornate e con l’estremità a scalini o a forma di campana, oppure attraverso la Leidseplein e la Rembrantplein, o all’ombra di olmi secolari nel Jordaan. Perché, oltre al battello, la bicicletta rappresenta il miglior modo per circolare nella parte più antica di Amsterdam, città di ricchi mercanti dove visse non solo la mitica Mata Haari, ma pure Vincent l’impressionista e l’Hanna più famosa nella letteratura.

Città tollerante per eccellenza fondata nel 1275 su una diga costruita sul fiume Amstel, Amsterdam fu la capitale di un impero commerciale specializzato in sete, porcellane e spezie orientali il cui potere toccò il suo apice nel secolo d’Oro fra il 1580 e il 1720, e che si estese dall’Indonesia al Suriname, passando da Manhattan dove fondò Niew Amsterdam, diventata poi New York,  e dal Natal. Oggi di quel vasto impero olandese restano solo confetti tropicali quali Saint Marteens, Aruba, Curaçao e Bonarie.

La ricchezza della città in passato è stata uno stimolo per un’arte pittorica di Grandi Maestri che oggi si può ammirare non solo nel celebre Rijksmuseum o al Museo d’Arte Sacra di Funchal. E pure a Lugano, ai tempi di Villa Favorita che possedeva una collezione unica in Europa ma che Città e Cantone non seppero tenere. Oggi Amsterdam è una piccola grande città, a misura d’uomo, cuore di un piccolo Stato con due capitali (l’altra è L’Aja) e un re, Guglielmo-Alessandro il primo maschio dal 1890. Di giorno la campagna entra in città, in particolare sul canale Singel: contadini veri e falsi, calzanti i tipici zoccoli di legno vendono Kaas giallo e rotondo e fiori di ogni genere che non sempre crescono nei polder all’ombra di uno dei pochi mulini a vento rimasti.

E’ una città sotto il mare, che poggia su migliaia di palafitte e la cui popolazione ha saputo fermare le onde: e nelle sue strade espone non solo le sirene della Frisia con le squame, ma pure quelle senza veli, in tristi mercati di carne umana femminile (ma non solo), nel quartiere a luci rosse più famoso d’Europa dove il sesso è entrato perfino nei musei, dove lo shopping è erotico e dove le finestre delle case, illuminate a giorno, assomigliano ad un enorme calendario dell’avvento ma con pornosorprese ormai scontate anche per un James Bond più interessato ai tagliatori di diamanti locali che ai brillanti nell’ombelico. Amsterdam è coinvolgente “probabilmente – come scrisse José Rentes de Carvalho – per l’abitudine degli abitanti di lasciare le tende aperte offrendo così gli interni agli sguardi curiosi dei passanti”. © Fm / 20 giugno 2018

Dove dormire: Canal Hôtel, un ottimo tre stelle nel cuore del quartiere dei musei

Come arrivare: voli diretti da Lugano via Zurigo e da Milano. In treno dal Ticino via Basilea/Francoforte/Bruxelles (12 ore ca). In auto via Basilea, Lussemburgo.

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