Il rinnovato interesse per il San Gottardo grazie all’imminente apertura al traffico della nuova trasversale ferroviaria alpina ci spinge a interessarci ad aspetti meno noti della Via delle Genti, lungo il tratto che va dal Passo a Chiasso. L’importanza del turismo per l’economia svizzera è indiscutibile: la nostra più grande risorsa è il paesaggio, che va preservato, rispettato e reso accessibile. E sono i ponti che creano collegamenti laddove la natura ci pone dei limiti. Quelli del grigionese Christian Menn sono un ottimo esempio di come opere di ingegneria possono essere integrate nel paesaggio e diventare attrazioni turistiche.

La costruzione di strade è uno dei compiti civili più antichi e nelle zone montagnose fu sempre legato ad enormi sforzi. La difficile topografia della Svizzera ha sortito già in passato opere degne di nota, come la costruzione della Viamala (GR) nel Medio Evo. Agli inizi del XIX secolo furono poi realizzate grandi opere come le strade carrabili attraverso i passi del San Gottardo, del San Bernardino, del Sempione e dello Spluga. E dalla seconda metà del XX secolo le autostrade collegano il Ticino al resto del Paese attraverso i trafori del San Gottardo e del San Bernardino.

Lungo la strada del San Bernardino due ponti ad arco (Cascella e Nanin) sono stati progettati dal grigionese Christian Menn. Nato nel 1927, dal 1957 al 1971 Menn ha avuto uno studio a Coira e dal 1964 uno a Zurigo ed è stato Professore di statica edilizia e costruzione al Politecnico di Zurigo. A Menn si devono anche altri ponti nel Canton Grigioni, come quello di Sunniberg a Klosters (1998), che – insieme al ponte Salginatobel del pioniere Robert Maillart – rappresenta ormai una tappa culturale quasi obbligata per i turisti che si recano nei Grigioni.

In Svizzera, da generazioni la costruzione di ponti regala capolavori che non meravigliano solo per l’eleganza costruttiva ma anche per l’intensità formale. L’imponente ponte di Ganter, sulla strada che collega Briga al Sempione, è uno di questi capolavori. La strada napoleonica del Sempione comportava già un ponte sul Ganter. Era un esempio di quei ponti arcuati che per poter sbarrare la strada ai nemici venivano costruiti in legno. Nel 1933 il ponte fu sostituito con un arco in pietra. Nel 1980 per sostenere la nuova strada a due corsie fu costruito un viadotto consolidato in cemento armato: un’opera spettacolare lunga 678 metri. La campata principale, pure concepita da Christian Menn, è di 174 metri ed è la più lunga realizzata in Svizzera. L’insieme dei materiali utilizzati e il color bianco creano un’estetica particolare: il ponte appare improvvisamente al viaggiatore come un miraggio possibile, per poi subito sparire nei boschi di larici.

La stessa sensazione scaturisce alla vista degli alti ponti di cemento che, sull’autostrada del Gottardo, fra Faido e Biasca, superano lo sbarramento naturale della Biaschina. Milioni di turisti li percorrono ogni anno spesso senza nemmeno vederli. Chi invece sceglie la ferrovia o la vecchia strada non può fare a meno di restare sbalordito dinnanzi alla forza dei pilastri che sostengono la spettacolare opera di Menn, inaugurata nel 1983, che conta fra le più alte in Svizzera.

Dalla sedia da spiaggia in Eternit di Willy Guhl, alla linea di mobili da ufficio in acciaio USM di Fritz Haller, al ponte Sunniberg di Christian Menn, da Mario Botta a Le Corbusier, gli esempi di opere di stampo rossocrociato apprezzate e esportate in tutto il mondo dagli anni 50 sono numerosi. Ma già a partire dal XIX secolo, il Politecnico federale di Zurigo prima e quello di Losanna poi hanno formato architetti e ingegneri che hanno contribuito a fare della Svizzera un Paese di costruttori celebri: Othmar Ammann, Hendrik Petrus Berlage, Santiago Calatrava, Jacques Herzog, Maurice Koechlin, William Lescaze, Robert Maillart, Christian Menn, Pierre de Meuron, Bernard Tschumi.

 

Francesco Mismirigo, 5 dicembre 2016