Protetta da altissime mura, arroccata su una rupe circondata dal mare, Dubrovnik, l’antica Ragusa veneziana, mantiene inalterato il suo fascino antico. Il quale rischiò, come in occasione del tremendo terremoto del 1663, di essere definitivamente compromesso allorché il  giorno di San Nicolao  del 1991 dalle alture che la sovrastano cominciarono a piovere obici e granate che durante il lungo assedio fecero oltre 200 morti.

Oggi, salvo per qualche villa in rovina, le ferite sugli stabili principali sono state rimarginate: ma le masse di turisti americani, sbarcati da enormi navi da crociera. che la occupano ogni giorno alla ricerca di un passato protetto dall’UNESCO che loro possono solo sognare, non hanno modo di carpire le ferite umane, mai rimarginate, e quell’impercettibile espressione del male che aleggia e che circonda questa costa la cui unica via di fuga è rappresentata dal mare.

Questa città che in passato, quale Repubblica indipendente, portava lo stesso nome del tipico cioccolatino svizzero per le merende, sembra eterna, granitica e immobile: sulle sue pietre si legge la Storia dei Balcani, dalla Serenissima agli austro-ungheresi. Riuscì nel 500 ad accordarsi con l’Impero Ottomano, preservando la sua posizione strategica e a evitare la sua conquista: mentre l’Atene dalmata si arricchiva e diventava un polo artistico e culturale di primaria importanza in tutto il Mediterraneo, attorno alla città si stabiliva definitivamente la frontiera fra l’Occidente e l’Oriente, fra il mondo cristiano e quello mussulmano. Ecco così spiegata la forma bizzarra e allungata della Croazia verso sud.

E oggi come allora, per raggiungere la Bosnia e quella che negli anni 90 fu la frontiera dell’odio basta salire sulle alture del Monte Sdrj che dominano, con il benestare di San Biagio, lo Stradun, le 17 Chiese barocche, i Palazzi dei Rettori e Sponza, le fontane di Onofrio. Bella di giorno, misteriosa e frizzante di notte, è una città unica e di cui ci si innamora subito, specialmente quando da un buco nelle mura si scopre improvvisamente uno sole infiammato gettarsi nell’infinito del mare. E allora si capisce perché nel 614 i cittadini della vicina Epidauro scelsero questo luogo per costruire una nuova città capace di proteggerli dagli Avari e dagli Slavi. Fm / 08.03.17

Come arrivare: in treno fino a Ancona, poi traghetto fino a Spalato e in seguito col bus. Oppure sempre in treno fino a Brindisi e poi traghetto fino a Dubrovnik. I traghetti trasportano pure le auto. Oppure in auto fino a Trieste, poi direzione Rijeka, Spalato, lungo la costa dalmata.

Dove dormire: la scelta di B&B, camere o appartamenti da affittare è immensa a prezzi decisamente più che abbordabili. Agli amanti della Belle époque consigliamo l’Hilton Imperial Dubrovnik, bellissima struttura d’altri tempi con vista sul mare, a due passi dalla città vecchia, interamente rinnovato e ristrutturato dopo i bombardamenti del 1991.

Guida turistica qui  – Si consiglia di cogliere l’occasione di un soggiorno a Dubrovnik per visitare le vicine Bocche di Cattaro in Montenegro, oppure Mostar in Bosnia