Era uno dei prodotti più famosi della Siria, venduto in tutto il mondo prima della guerra. Stiamo parlando del celebre Sapone di Aleppo, la cui produzione è ormai quasi completamente interrotta. Ma allora come mai troviamo ancora parecchio sapone di Aleppo in vendita? Semplicemente perché la produzione si è spostata all’estero, e in particolare in Francia.

Il prodotto più famoso della seconda città siriana è una vittima collaterale del conflitto. Noto per le sue qualità idratanti e lenitive, grazie alle bacche di lauro e all’olio di oliva, ha trovato rifugio altrove. Ad esempio nella periferia di Parigi dove una società continua la tradizione con l’aiuto di un produttore di sapone siriano, Hassan Harastani, rifugiatosi in Francia con la famiglia. L’area industriale di Santeny, a sud-est della capitale francese, non ha nulla a che vedere con gli splendidi souk di Aleppo, oggi in gran parte distrutti. Eppure qui da alcuni anni c’è una fabbrica di sapone di Aleppo, una produzione che salvaguardia un’eredità e un know-how ancestrali.

Con lo scoppio della guerra nel 2011 quasi tutte le fabbriche di sapone, che attiravano turisti da tutto il mondo, sono state distrutte. Prima della guerra la regione di Aleppo ne aveva cinquantina. E’ dunque possibile fabbricare del Sapone di Aleppo made in France dato che si tratta soprattutto di un metodo, segreto, di produzione, passato da padre in figlio. Quando uno chef francese apre un ristorante francese a Mosca serve cucina francese e non cucina russa. Lo stesso succede col Sapone di Aleppo. L’importante è che la tradizione continui e che miscelazione, dosaggio di ingredienti, saponificazione, taglio e asciugatura siano rispettati e siano sempre fatti secondo vecchi metodi risalenti a oltre 3.000 anni fa.

Francesco Mismirigo, 20 dicembre 2016 (Fonte:AFP/LNO)