Fra pochi giorni sarà aperta al traffico la nuova trasversale alpina del San Gottardo. La precedente galleria fu inaugurata nel 1882. Ma le ferrovie in Ticino esistevano già dal 1874 allorquando Biasca fu collegata a Locarno. E per Locarno la Storia avrebbe potuto essere differente se la ferrovia fosse passata dal Lucomagno e avesse continuato verso Fondotoce…

All’inizio dell’800 Locarno era un borgo decadente ed immobile: dopo i fasti del dominio Visconteo e dei Rusca, con l’arrivo delle signorie svizzere le disgrazie colpirono la regione: la buzza di Biasca distrusse nel 1515 il ponte della Torretta a Bellinzona e fino al 1814 non vi fu più nessun collegamento fra il Locarnese e la via delle genti. Ciò favorì lo sviluppo di Magadino dove le merci provenienti da nord pendevano poi la via del lago, e viceversa. L’esilio delle famiglie dei Riformati nel 1555 portò ad un’ulteriore scadimento culturale, economico e sociale della comunità. Infine la peste di San Carlo infierì dal 1576 al 1577 e mieté molte vittime. La regione per diversi secoli non si risollevò più e l’occupazione svizzera non migliorò la situazione poiché non si costruirono strade e non si svilupparono i commerci. Inoltre le piene della Maggia e del lago, come quella storica del 1868, mantenevano i dintorni di Locarno in uno stato di insalubrità costante.

Però alcuni fattori simultanei e interdipendenti risvegliarono l’assonnata e povera località: grazie all’indipendenza cantonale del 1803 si realizzarono opere viarie. E a causa della già allora litigiosità politica locale Locarno divenne a turno capitale assieme a Lugano e a Bellinzona: nel 1821, nel 1839, nel 1857 e nel 1875. Nel 1838 si inaugurò il palazzo del Governo, ora della Sopracenerina. Inoltre la bonifica del delta della Maggia, l’interesse turistico e la ferrovia permisero lo sviluppo della città. I primi alberghi quali lo Svizzero, il Corona, il Grand Hotel, aperto nel 1874, e le bellezze paesaggistiche attirarono i primi forestieri. Locarno entrava in contatto col mondo moderno: nel 1854 si inaugurò la rete telegrafica fino a Novara, nel 1872 si aprì l’ospedale “La Carità” e iniziò l’illuminazione pubblica a gas.

Nel 1874 arrivò la ferrovia, che avrebbe dovuto collegare Locarno a Zurigo via il Lucomagno e raggiungere Milano e Torino via Stresa. Purtroppo per Locarno il Gottardisti preferirono la via del Monte Ceneri e così Lugano cominciò il suo decollo economico. Le prime telefonate fra Locarno e Bellinzona si fecero nel 1890 mentre otto anni più tardi si approvò il Piano regolatore del Quartiere Nuovo. In seguito, fra il 1900 e l’attentato di Sarajevo, grazie anche alla volontà dell’allora sindaco Francesco Balli, Locarno visse uno sviluppo urbanistico che dovrebbe essere ancor oggi da esempio: iniziarono a circolare in primi tram, si inaugurarono la ferrovia per la Valle Maggia, la funicolare della Madonna del Sasso e nel 1902 il teatro Kursaal. Fu un breve periodo di forte sviluppo che Locarno ritrovò solo alla fine del 900. Ma a livello di collegamenti paga ancora il prezzo delle conseguenze della Buzza di Biasca: non si passa da Locarno, si va…

Francesco Mismirigo, 26 novembre 2016