Napoleone non attraversò mai il Sempione: la lapide sulla facciata di un albergo di Gabi che ricorda il passaggio del condottiero francese il 28 maggio 1805 è un falso storico. Poco importa: anche perché in ogni caso si deve a Bonaparte la costruzione della prima vera strada carrozzabile del Sempione. Dopo la pace di Campoformio del 1797 Napoleone volle realizzare una via diretta fra Parigi e la Repubblica Cisalpina che gli permettesse di trasportare le truppe e l’artiglieria. Il 23 gennaio 1801 iniziarono i primi lavori fra Domodossola e Crevola.

Dopo aver ceduto l’impresa di costruzione della strada dal Ministero della Guerra a quello civile dell’Interno, l’ingegnere ginevrino Nicolas Céard pose grande cura nel modellare altimetricamente la strada, nel realizzare lunghi rettifili e gallerie, nella costruzione di decine di ponti, nel mantenere costante la larghezza della via a otto metri e la pendenza al sei percento, nella posa di paracarri e di colonne chilometriche. Il 16 settembre 1805 Céard poté annunciare a Napoleone che, grazie anche a tremila operai, “il n’y  plus les Alpes”. A Milano l’arco di Corso Sempione divenne il punto di partenza del nuovo asse stradale che all’epoca suscitò grande meraviglia per la sua bellezza e precisione.

Fra le gallerie la più importante e la più difficile da costruire fu quella di Gondo. Per scavare nella roccia i suoi 182 metri morirono in 15 mesi 400 uomini per incidenti causati dalle mine. L’opera ha permesso il definitivo consolidamento dei rapporti culturali e commerciali fra il Nord e il Sud della Alpi ma costò un caro prezzo in vite umane. Fino al 1815 la strada fu utilizzata in particolar modo per il passaggio degli eserciti. Nel 1802 il Vallese divenne indipendente: ma di fatto la “République rhodanienne” era un protettorato francese strategicamente molto importante che faceva gli interessi di Napoleone, il quale poteva così controllare i passi verso l’Italia. Nel 1810 fu integrato nell’Impero con il nome di Dipartimento del Sempione.

Diventò poi cantone svizzero nel 1815 con la caduta di Bonaparte: la strada ritrovò allora la sua vocazione commerciale. I servizi postali con le diligenze si intensificarono e i primi viaggiatori illustri delle arti e della letteratura cominciarono a diffondere nel mondo il mito della purezza delle Alpi svizzere e il fascino di quel passo, selvaggio e sconosciuto, luminoso per l’ampiezza dei suoi versanti e per i panorami solari. Gondo è l’unica località vallesana situata a sud delle Alpi, si trova sul confine con l’Italia e nel 2000 fu vittima di un franamento catastrofico.  ©  Fm / 4 marzo 2018

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