Carmen: simbolo della sensualità più sfrenata e irresistibile incarnazione dell’eterno femminino. Il mito della gitana selvaggia dallo sguardo provocante, creato da Mérimée e Bizet, aleggia ancora sui volti delle donne che deambulano nelle tortuose e segrete calle di Siviglia, città araba, barocca e postmoderna. Fra poco sarà la Semana Santa: vestita di nero, l’intera città assiste, fin dal 1248, ai cortei sacri e alle gesta degli incappucciati.

Dall’Alcazar alla Torre de Oro, dal Barrio Santa Cruz alla Plaza de España in ogni calle si scoprono espressioni del fervore religioso cristiano: le immagini della Virgen del Rocio, della Macarena, e del Cristo in croce sono ovunque. E poi ad ogni angolo appare una chiesa gotica o barocca, piccola o grande, gialla ocra o blu cobalto, e minareti arabi trasformati in torri cristiane. Nei patios, giardini segreti lussureggianti e corti interne di stile moresco ricche di azulejos, troviamo silenzio e frescura, impossibili nelle piazze assolate imbiancate a calce e lungo i Paseo che circondano il Parque Maria Luisa, polmone verde dell’antica Hispalis.

Con l’arrivo della sera, dopo l’ennesimo massacro di un toro, nell’aria delle dolci notti estive aleggia il profumo degli aranci del patio della cattedrale, il terzo maggior edificio religioso cristiano del mondo, antica moschea, faro indicatore e simbolo della città. Poi la popolazione invade strade e piazze e nei bar scorre il Montilla, lo Jerez, e il Gazpacho e le tapas anticipano una cena che arriverà solo con la notte. Una notte calda e sensuale ritmata fino al mattino dai suoni di Paco de Lucia e dalle travolgenti danze di una bella dal ventaglio galeotto e dal tacco scatenato.

Mentre nelle acque brunastre del Guadalquivir si specchiano ancora i fantasmi di Colombo, Pizarro, Cortez e delle caravelle che a partire del 1503 parteciparono alla creazione di un impero commerciale nel nuovo mondo. Grazie al suo porto l’Europa scoprì i pomodori, il mais, il tabacco, il cacao, la patata, mentre le chiese della città, ma non solo, cominciarono a rivestirsi d’oro inca, maya e atzeco. Al mattino ci si risveglia invece in una città moderna, dinamica, avveniristica, sede d’esposizioni universali e ibero-americane. Mentre un focoso Don Juan moderno, non più eroe, sale alla Estacion de Santa Justa su un veloce AVE che lo condurrà in due ore in un grattacielo della Gran Via madrilena.  ©  Fm / 5 marzo 2018

Dove dormire: Las Casas de los Mercaderes, nel cuore del centro storico, con un favoloso patio interno

Dove mangiare: impossibile dare consigli tanto la scelta è vasta fra bar che servono tapas a volontà e ristoranti tipici nel Barrio Santa Cruz, da scoprire con calma magari chiedendo ai passanti. Da evitare i ristoranti turistici che propongono menu in mille lingue…

Come arrivare: aeroporto internazionale a Siviglia. Oppure volo fino a Malaga, auto a noleggio o treno diretto. Oppure in treno: Lugano-Milano, diretto notturno Milano-Barcellona, poi TGV (AVE) fino a Siviglia via Madrid

Informazioni qui – Settimana Santa