Ci sono mille modi per visitare l’Egitto: da soli, in gruppo o con un viaggio organizzato. Ognuno ha il suo Egitto, quello dei monumenti e dei Faraoni, quello del deserto, quello del Nilo, quello delle città. In assoluto eviterei quello delle spiagge e dei club turistici e quello delle crociere di massa a bordo di enormi navi. Eviterei le grandi navi che scaricano i loro rifiuti nel fiume, come eviterei di passare giornate al mare in club selezionati solo per Occidentali, magari circondati da imponenti misure di sicurezza che impediscono ogni contatto con la realtà, se non con il personale di servizio che spesso si ignora.

Forse il miglior modo per conoscere per la prima volta questo magico Paese, né arabo, né maghrebino, né nubiano, ma solo egiziano!, è scendere lentamente il corso del Nilo da Aswan a Luxor a bordo di una Dahabeya. Dahabeya in lingua araba significa barca dorata: in effetti nei tempi antichi erano sfarzose navi dipinte in oro che venivano utilizzate dai Faraoni prima, e dai sultani dei secoli 18mo e 19mo poi. Sono tipiche navi a 2 alberi a vela triangolare, che furono utilizzate anche dagli scienziati della spedizione di Napoleone e dai vari viaggiatori dell’800 nei loro viaggi avventurosi e di scoperta lungo il Nilo. Al giorno d’oggi ne esistono ancora, alcune nuove, dotate anche di motori di riserva, con le quali si possono compiere crociere sul Nilo e un viaggio indietro nel tempo.

Tutto a bordo ricorda l’atmosfera degli anni fra la prima e la seconda guerra mondiale. Legni pregiati, mobili in tek, lussuosi divani, quadri, specchi, fotografie e lampade d’epoca negli spazi comuni interni. Mobili in rattan, chaises longues in tessuto e grandi tende bianche svolazzanti sul ponte superiore. Le camere, attrezzate di cabina wc e doccia, sono anch’esse in stile d’epoca. In tutto sono solo una decina perché le Dahabeye sono piccole, ma pure per dare l’impressione di esclusività al viaggiatore alla ricerca di esotismo. Una decina di persone si occupano di tutto. Il prezzo di una crociera così particolare è abbastanza elevato. Ma chi ama le atmosfere dei film con Poirot  e i romanzi di Agatha Christie non può non provare una volta nella vita questa esperienza unica che impone rispetto per il servizio e il Paese, lontana dalle masse spesso senza educazione del fast turismo.

Perché se con una Dahabeya si viaggia lentamente e si ha tutto il tempo per meravigliarsi dinnanzi ai paesaggi di sabbia, ai tramonti infuocati, al deserto che entra nel fiume, alle numerose zone paludose, ai villaggi di pescatori e ai filari di palme, il grande vantaggio è che al mattino ci si sveglia già dinnanzi ai monumenti faraonici. Si possono così visitare prima di colazione, quando ancora l’acqua nelle bottiglie non diventa bollente in pochi minuti, quando guide e negozianti di prodotti made in China stanno ancora dormendo . E soprattutto quando la massa dei turisti non è ancora scesa dalle grandi navi. I templi sono tutti tuoi. Da Karnak a Kom Ombo, da Philae a Edfu, da Hatshepsut a Luxor si visitano quasi da soli, nel silenzio dei millenni, lontani da ogni traccia del presente. Come non sentirsi come in Delitto sul Nilo”…

La Dahabeya permette pure di visitare splendidi alberghi storici come l’Old Catarat a Aswan e il Winter Palace a Luxor. Ma non per questo bisogna cullarsi nel sogno di un passato ormai lontano: infatti, sia Aswan sia Luxor sono città relativamente piccole che meritano di essere scoperte, e di conoscere la gente del posto oltre i clichés e i sogni di un Oriente forse mai stato veramente il loro. Da Luxor poi un treno porta i viaggiatori fino al Cairo in due giorni. Si consiglia di gustarsi fino in fondo l’ultimo tramonto sul Nilo dal treno: infatti al Cairo, complici i 20 milioni di abitanti, il traffico e i rifiuti. il cielo è molto spesso color bile e l’aria irrespirabile, salvo quando il vento spazza via l’aria tossica. Il Cairo è immenso è merita un capitolo a sé. Ma per chi ha fretta una capatina al mattino presto, o nel tardo pomeriggio, fino alle piramidi ci sta. Non tanto per i monumenti che, pur essendo davvero maestosi, sono ormai scontati tanto sono nella testa di tutti, ma soprattutto per vedere l’immensità del Cairo e della sua povertà periferica che poco a poco si mangiano pure la sabbia che circonda la Sfinge.

E perché non terminare la scoperta dell’Egitto visitando la sua città meno frequentata dai turisti, Alessandria. Nella prima metà del 900, dopo secoli di letargo Alessandria d’Egitto divenne una delle capitali culturali dell’epoca, vera porta d’Oriente. Ma la sua antica gloria è evaporata senza lasciare tracce. A differenza di altre capitali dell’Antichità come Atene, Roma o Città del Messico, dove i segni della grandezza passata sono ancora visibili, Alessandria dei suoi gloriosi trascorsi ha conservato solo la memoria. E pure del recente periodo ottomano – in cui fu una località glamour e cosmopolita soprattutto per inglesi, italiani e greci, ed era una località alla moda come la Costa Azzurra, città più ellenistica e mediterranea che araba – restano poche tracce. Sì in alcune ville eleganti e nei palazzi della Fuad Street sì, ma molto meno nell’atmosfera generale. Restano gli scritti di Somerset Maugham, Edward Morgan Forster, Lawrence Durrell, Jacqueline Cooper e Agatha. Di quell’epoca in cui la vita (per noi) era comoda e la manodopera a buon mercato, resta solo la manodopera. Con Nasser negli anni 50 le ispirazioni e le aspirazioni europee finirono.© Fm / 14 luglio 2018

Come arrivare: voli diretti da Zurigo o da Milano fino al Cairo, poi voli interni. In nave fino a Porto Said, poi bus o treni fino alla capitale. Perché non in auto come la scrittrice Ella Maillard? Non potendo più passare dalla Siria e dalla Libia, l’unica via resta quella che dalla Turchia porta in Irak, poi in Giordania, Palestina, Israele… Bon courage !

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Informazioni sull’Egitto