Ci sono posti il cui nome basta per farci sognare e farci viaggiare con la fantasia e nel tempo. Come in un film che ti riporta allo swing anni 40. Uno di questi è Singapore. Somerset Maugham, Kipling, Ava Gardner, Charlie Chaplin e molti altri viaggiatori del 900 si sono lasciati prendere dalla magica atmosfera di questa città, e in particolare del suo albergo più elegante, il Raffles, un mito, e da un suo ormai celebre cocktail creato nel 1915. L’Hôtel Raffles è un oriente britannico, coloniale ed equatoriale fatto di colonne vittoriane, di vasi cinesi della dinastia Ming, di profumi di cera fresca, di ventagli malesi, dei suoni di Duke Ellington. Entrando fra le sue mura si entra in un’altra epoca, in una leggenda vivente, nel mitico albergo dei fratelli Sarkies nato nell’800 con il Canale di Suez, e che riassume tutti i miti del sud-est asiatico, forse meno noti alle nuove generazioni più affascinate dalle  nuove tecnologie che dalla Storia.

Ma oggi ancora il Raffles rappresenta il perfetto modello del lusso all’orientale. Un albergo che porta il nome del britannico fondatore di questa città, Sir Stamford Raffles, governatore di Java e di Sumatra. Ma oggi attorno all’albergo non ci sono più i rickshaws, i campi di evea e la vegetazione lussureggiante che ispirò Maugham e Stefan Zweig, ma solo BMW, Mercedes e Rolls lungo Orchard Road e una foresta di grattacieli avveniristici circondano Chinatown, Boat Quay e il quartiere coloniale britannico in stile neo-rinascimentale. Dal 1820 tutto ciò fa di questa metropoli meticcia un importante crocevia commerciale per Malesi, Indiani, Cinesi, Persiani e Armeni. Fino al 1819 la piccola isola si chiamava Tumasik e apparteneva al Sultano di Johore. Poi, grazie a Raffles, è diventata un’importante base della Compagnie delle Indie Orientali.

Situata strategicamente sullo stretto di Malacca fra l’Oceano Indiano e il Pacifico, la città del Leone, ex-colonia britannica, è diventata uno dei maggiori centri finanziari dell’Asia e uno dei luoghi più puliti al mondo, dove è assolutamente proibito gettare checchessia per terra. Oggi è pure la capitale di un minuscolo Stato-isola indipendente dal 1965, collegato a Kuala Lumpur e al Siam da una mitica ferrovia. Ma il vero miracolo di questa città non è fatto solo dall’economia ma soprattutto dalla sua popolazione che dimostra quotidianamente che differenti etnie possono convivere senza problemi, nonostante i violenti disordini razziali degli anni 60 : i tre quarti dei 6 milioni di abitanti sono cinesi, seguono poi i malesi e gli indiani.

L’Isola Città-Stato, nella quale si parla inglese, cinese, tamil e dialetti indiani, ha oltre 500 templi cinesi e indù, moschee, chiese e sinagoghe. L’isola è minuscola ma ricca di sorprese: propone ad esempio un emozionante safari notturno alla scoperta d’animali e belve dei tropici, di ruggiti e di suoni della notte, oppure Underwater World, un modo sottomarino che permette di vedere lungo un tunnel trasparente un’impressionante quantità di pesci e predatori tropicali. Quindi, malgrado il suo costante 85% di umidità, la città è più che un semplice scalo sulle linee per l’Australia o il Vietnam. E il Raffles è molto di più di un albergo. Fm / 26 settembre 2017

Dove dormire: Hotel Raflles, what else?

Come arrivare: da ogni dove per via area. In treno dalla Malesia e dalla Thailandia

Informazioni qui

Un film: “Road to Singapore” del 1940. Girato in studio e pieno zeppo di luoghi comuni, affascinanti però.

Una canzone: “The little streets of Singapore” dei Manhattan Transfer (1978)