Il Canale di Suez nel 2019 compirà 150 anni. Fino al 5 agosto 2018 l’Istituto del mondo arabo di Parigi ripercorre le tappe principali che hanno portato alla sua realizzazione. Già Sesostri III, un faraone che visse attorno all’anno 1850 aC, aveva collegato il Nilo al Mar Rosso all’altezza di Zagazic, una località nel Delta del fiume, con un canale per piccole barche a vela. Ma è stato l’ingegnere francese  Ferdinand de Lesseps ad aver pensato e concepito il canale attuale. Saïd Pasha, l’uomo forte dell’Egitto della metà dell’800, aveva l’ingegnere francese come precettore, e sostenne dunque con entusiasmo questa monumentale impresa che avrebbe permesso di collegare molto più velocemente l’Europa alle Indie e alla Cina, riducendo i tempi per i trasporti di merci e di persone ed evitando di circumnavigare tutta l’Africa. Il primo colpo di piccone fu dato il 25 aprile 1859. La costruzione durò in tutto 15 anni, un lavoro svolto grazie ad una cooperazione tra molte nazioni europee tra cui la Francia che diede il contributo maggiore. La prima nave attraversò il canale però già il 17 febbraio 1867.

L’Association de la mémoire de Ferdinand de Lesseps ha permesso all’Institut du monde arabe di accedere ai suoi archivi per poterli esporre: piani e incisioni, disegni e dipinti mostrano le diverse fasi della costruzione; è pure presente un rilievo dell’opera che fu creato appositamente per l’Esposizione Universale del 1878, oltre a modellini di macchine e barche. Dei grandi schermi e un diorama proveniente da Port Said ricostituiscono la cerimonia di inaugurazione del Canale nel 1869: Il Khedive Ismail invitò molti regnanti e governanti in Egitto per l’occasione, tra cui l’imperatrice Eugenia. Solo la Regina Vittoria e il Sultano ottomano non vi parteciparono siccome dal Canale temevano conseguenze negative per i loro rispettivi Imperi. per la sfarzosa cerimonia Johann Strauss (figlio)  compose la Egyptischer-Marsch  Al suono della tromba dell’Aida, l’opera di Giuseppe Verdi pure appositamente composta per l’occasione ma andata in scena al Teatro khediviale dell’Opera del Cairo solo il 24 dicembre del 1871, segue la voce dell’intellettuale francese Frédéric Mitterrand, il quale commenta all’Istituto del mondo arabo l’evento inaugurale in una sorta di immaginario reportage d’epoca.

Il canale ebbe un effetto immediato e fondamentale sui commerci mondiali e giocò un ruolo importante nello sviluppare la navigazione a vapore e nell’aumentare la penetrazione europea in Africa, specie orientale, che venne ben presto spartita tra le potenze europee. Il successo del canale incoraggiò i francesi a imbarcarsi nella costruzione del canale di Panama, impresa che però non riuscirono a completare. Nel 1875 il debito estero dell’Egitto costrinse Isma’il Pascià a vendere per 4 milioni di sterline la quota del suo Paese al Regno Unito, che così si assicurava il controllo della rotta delle Indie. Nel 1885 alla Conferenza internazionale per il Canale di Suez non si applicò per il Canale il regime della neutralità, ma bensì della libertà. La neutralità chiuderebbe in caso di guerra il Canale alle flotte belligeranti; la libertà invece lo lascia aperto, vietando soltanto le operazioni di guerra in esso e nelle adiacenze. Il 29 ottobre 1888 la Convenzione di Costantinopoli confermò la neutralità del Canale (sotto protezione britannica), dichiarato «libero e aperto, in tempo di guerra come in tempo di pace, a qualsiasi nave civile o militare, senza distinzione di bandiera». Durante la seconda guerra mondiale fu difeso tenacemente dagli inglesi nel corso della campagna del Nord Africa.

Altre importanti date per il Canale sono: il 1956 quando il presidente Nasser annunciando la sua nazionalizzazione provocò la cosiddetta crisi di Suez e un’operazione militare internazionale fallimentare un po’ per tutti;  le guerre del 1967 e del 1973 contro Israele che portarono poi agli accordi di pace israelo-egiziani. Durante la Guerra dei sei giorni del 1967 le forze israeliane occuparono la penisola del Sinai, tra cui l’intera sponda orientale del Canale di Suez. Non volendo permettere agli israeliani di utilizzare il canale l’Egitto impose un blocco e chiuse il canale fino al 5 giugno 1975. Nel 1973 gli israeliano riuscirono addirittura a superare il canale e ad inoltrarsi in territorio egiziano.

Alla sua costruzione il canale, che collega Suez sul Mar Rosso a Port Said sul Mediterraneo, misurava 164 km di lunghezza, 8 m di profondità, 53 m di larghezza e consentiva il transito di navi con pescaggio massimo di 6,7 m. In seguito ai lavori di allargamento di alcuni tratti (iniziati nel 2010 e terminati nel 2015) oggi il canale misura 193,30 km di lunghezza, 24 m di profondità, 205/225 metri di larghezza e consente il transito di navi con pescaggio massimo di 20,12 m. Oggi transitano in media 78 navi al giorno e il tempo di percorrenza è di circa 15 ore. Annualmente oltre 17000 navi (7,5% del traffico mercantile mondiale) scelgono il canale come via di navigazione. Fm / 7 aprile 2018

Da vedere: “L’épopée du canal de Suez, des pharaons au XXIe siècle”, fino al 5 agosto 2018 all’Istituto del mondo arabo di Parigi, poi in autunno a Marsiglia e nel 2019 al Cairo.

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