Recentemente dei giovani italiani hanno postato sui social media un breve filmato con bellissimi immagini del paese di Lavertezzo e del suo mitico “ponte romano”: con una non celata ignoranza della geografia e dell’effetto dirompente di tale messaggio hanno chiamato la regione “Le Maldive di Milano”. Nel pieno di una torrida estate la cosa non è passata inosservata ed ecco che pochi giorni dopo la Valle Verzasca è stata letteralmente invasa da migliaia di turisti lombardi di giornata. E immediatamente sono arrivate le polemiche. Invece di anticipare problemi ben prevedibili in anticipo. Ma anche questo è il Ticino.

Tra le valli ticinesi questa è quella che, forse più di altre, potrebbe ancora offrire gli aspetti più autentici, malgrado sia una delle maggiori destinazioni turistiche del Cantone: semplicità e armonia delle case, segni di una vita semplice, rimembranze del passato, e luoghi idilliaci. In un passato non così lontano queste terre offrivano però solo povertà e miseria. Allora l’emigrazione, dapprima come spazzacamini verso la Lombardia, e in seguito come ricercatori d’oro verso la California e l’Australia, fu l’unica via di scampo per la popolazione virile locale.

Impervia ed accogliente questa valle stretta, profonda e selvaggia, tipicamente a “V”, ha il color verde smeraldo come simbolo: verde è l’acqua, verdi i pascoli, verdi i boschi di castagni. Lunga soli 29 km, è nettamente separata dal Piano da un alto scalino naturale ed artificiale che riuscì perfino ad intimorire James Bond. La valle appartiene alla Confederazione dal 1406. Nel 1516 iniziò il governo dei Landfogti e una “occupazione” germanofona malgrado tutto pacifica che, sotto altre forme, persiste ancora oggi: infatti, ogni anno, stregati dalle sue acque affascinanti e nel contempo mortali, orde di alemannici, teutonici, olandesi ma pure italiani si dilettano a stendere sulle pietre le loro carni assetate di sole, ai piedi di un ponte dal falso nome e assurto col tempo a simbolo di tutto il Cantone. Oppure realizzano il tanto agognato sogno del Sud abitando rustici ormai senz’anima e riproducendo una sorta di “zoo umano” immaginario e privo di legami col passato.

Ma non è solo l’acqua ad affascinare i turisti. In particolare troviamo a 594m Corippo, un minuscolo villaggio di poche anime, dal carattere tipicamente vallerano il quale, per il valore del suo patrimonio architettonico, è stato dichiarato monumento d’importanza nazionale fin dai tempi in cui si pensava poterlo raggiungere in barca! E che ora si vorrebbe trasformare in albergo diffuso, Addentrandosi nella valle, il visitatore incontra un altro villaggio degno di nota: infatti, nella chiesa parrocchiale di Brione Verzasca sono presenti preziosi affreschi giotteschi. Essi sono datati del 1350 e sono stati attribuiti a Giovanni Baronzio, un allievo della scuola di Rimini del Giotto stesso. In questa località troviamo pure un’antica residenza, quasi un castello, dove trascorrevano le estati attorno al 1516 dei baroni di provincia. L’ultimo paese della valle, Sonogno, un tempo circondato da campi di canapa, offre ancor oggi al gitante la possibilità di acquistare della lana preparata a mano, o di far cuocere il pane nel forno pubblico. Una valle ancora viva e vera ma che potrebbe diventare presto non solo la prima riserva del Ticino, ma pure la prima vittima di un “ad usum turisticum” ormai sfrenato e da sempre mal gestito. Vittima di una mentalità che pensa solo al profitto immediato e non alle conseguenze delle proprie scelte. Fm / 25 luglio 2017

Come arrivare: rigorosamente coi trasporti pubblici ! In treno fino a Gordola, Tenero o Locarno e poi in autopostale. Un consiglio: salire in bus a Sonogno e poi scendere a piedi lungo il sentiero Verzasca fra boschi, ruscelli e antichi rustici (ca 5 ore) fino a Lavertezzo… e oltre se si vuole.

Dove mangiare: Grotto Efra a Sonogno. Ottima cucina rigorosamente locale, prezzi economici, servizio eccellente, gestione giovane, ambiente molto piacevole sia all’interno sia al fresco sotto le fronde all’esterno.

Dove dormire: oltre 25 strutture fra alberghi, pensioni, appartamenti, agriturismi e alloggi spesso ricavati in case tradizionali o rustici

Informazioni qui