Culla dell’umanità, erogatrice di manodopera e di materie prime durante migliaia di anni per gli altri continenti, l’Africa ha una Storia travagliata, inserita nelle dinamiche internazionali. Il Museo del Quai Branly di Parigi offre fino al 12 novembre 2017 un nuovo panorama di un continente al crocevia dei mondi, un’esposizione che va a contro corrente rispetto a pregiudizi e preconcetti.

L’Africa è un continente senza storia? Ancora oggi su molte carte geografiche per l’infanzia viene riassunta con disegni di pigmei danzanti, animali selvaggi, palme e deserti. Allorché i simboli della grande Storia li troviamo in Europa, Asia e Americhe. Ma se i preconcetti sono duri a morire, i fatti sono innegabili: gli africani non hanno mai vissuto in isolamento rispetto al resto del mondo. A lungo ignorati, gli scambi panafricani e fuori dell’Africa sono iniziati ben prima delle indipendenze, della colonizzazione e dell’arrivo di navi portoghesi verso la metà del XV secolo. Lo testimoniano innumerevoli sculture, oggetti di metallo e in avorio, dipinti e altri oggetti esposti a Parigi.

Dal quinto millennio avanti Cristo fino ai giorni nostri l’esposizione si evoca le strade, fluviali, terrestri o marittime, che hanno contribuito allo scambio di idee, merci e persone e che hanno messo in contatto gli abitanti del continente fra di loro ma pure con altre civiltà in Cina, in Sud America e in Europa. Il Quai Branly offre dunque un ritratto di un continente al centro della storia globale, attore della sua Storia e della Storia mondiale, e non solo vittima, come spesso pensano sia gli occidentali sia gli africani. Fm / 09.02.17

Informazioni supplementari: www.quaibranly.fr