Quando si pensa ai vasti spazi desertici della penisola arabica vengono in mente le immagini del film “Lawrence of Arabia” di David Lean del 1962 con Peter O’Toole. Immense distese di sabbie rosse, rosa,  ocra, arancioni; pinnacoli, canyon e montagne a forma di tavole dai riflessi viola alte fino a oltre 1700m; enormi pietraie dai colori giallo oro e grigio intenso. Il tutto avvolto da venti tempestosi che sollevano la sabbia in cielo per kilometri. E si infila dappertutto, nei capelli, nei vestiti, nelle orecchie, nella Leica. Qua e là cespugli che rotolano, resti di ossa di capre, pecore, orici che emergono dal terreno, visibili e sinuose tracce di serpenti invisibili, o di stambecchi, lupi grigi, volpi rosse e gatti delle sabbie. E poi, come in un miraggio, nell’aria calda e densa ecco profilarsi una carovana di dromedari. Tutto questo è il Wadi Rum. Dal 2011 bene naturalistico protetto dall’Unesco.

Il Wadi Rum, anche detto Valle della Luna, è un vasto insieme di valli scavate nei millenni dallo scorrere di un fiume nel suolo sabbioso e di roccia granitica della Giordania meridionale, a 60 km circa a est di Aqaba sul Mar Rosso. Sembra incredibile ma questa immensità inospitale di sabbia nell’antichità preistorica ha ospitato insediamenti umani ed era nota come Iram. Lo comprovano le circa 30.000 incisioni rupestri che decorano le superfici di arenaria delle pareti rocciose del Wadi Rum, in particolare nel Canyon Khazʿali: petroglifi realizzati prima dalle tribù di Thamudeni, provenienti dall’Arabia meridionale, e poi dai Nabatei insediatisi nel Wadi Rum nel IV secolo a.C. I Nabatei ebbero come loro capitale la città di Petra a partire dal VI sec. a. C, il sito archeologico più noto, ma forse non il più interessante, della Giordania. Invaso ogni anno da migliaia di turisti alla ricerca di esotismo e di emozioni da National Geographic Channel. Greci e Romani ne apprezzarono invece i vigneti e gli oliveti, oggi scomparsi, e le pinete di cui rimane traccia sulle vette più alte. Oggi lo abitano solo alcuni gruppi beduini arabi nomadi e gli operatori turistici.

In Occidente il Wadi Rum è conosciuto grazie all’alto ufficiale britannico Thomas Edward Lawrence, che fissò qui la sua base operativa durante la Rivolta Araba nel 1917–18, anche dopo la conquista di Aqaba, dalle cui gesta fu tratto il film. Oggi attira un numero crescente di turisti siccome la Giordania, con Libano e Palestina, è rimasta un’oasi di relativa pace in un Medio Oriente arabo musulmano completamente stravolto dalle violenze. La mitica ferrovia per Medina, la famosa Hejaz Railway che a partire dal 1908 la collegava a Damasco via Amman, oggi non è più operativa, se non lungo l’asse per Aqaba. Ma il vecchio treno è ancora lì che aspetta. Quindi per gli amanti di romantici viaggi come ai tempi passati non resta altro che cavalcare, u po’ delusi, una delle numerose Jeep per turisti che, fra un tuffo da una duna e un corsa folle verso il nulla lungo piste attorniate da anemoni rosse , portano tutte verso dei campeggi tendati dove passare la notte sotto un manto di stelle brillanti come non mai.

Considerato da molti uno dei panorami più strabilianti al mondo, il Wadi Rum è un paradiso per gli amanti della natura, formato da montagne sabbiose con colorazioni molto varie, intervallate da profondi canyon con formazioni geologiche. Il miracolo di pietra e di colori che si presenta al visitatore si distingue pure per i suoi archi e ponti naturali, nonché da pietre modellate, intagliate e plasmate dall’erosione del vento. Nel 1998 Wadi Rum fu per questo dichiarata un’area protetta. E da allora è stato preparato un piano di conservazione volto a riunire una squadra di abitanti del luogo per occuparsi del mantenimento dell’area. Si tratta di una iniziativa pionieristica al fine di ripristinare e salvaguardare i delicati habitat di deserto dall’azione umana in costante aumento. Il Wadi Rum è pure spesso utilizzato come location per girare film. Oltre al noto “Lawrence of Arabia” citiamo “The Martian”, “Il Pianeta Rosso”, “Trasformers”, “Star Wars”. © Fm / 15 marzo 2018

Come arrivare: voli diretti per Amman da Zurigo o da Milano, poi con auto a noleggio con o senza autista fino a Petra, dove si può comodamente soggiornare, punto di partenza per le escursioni nel Wadi Rum o nel Wadi Araba sulle rive del Mar Morto. In alternativa si può raggiungere Aqaba in aereo e da lì trasferirsi nel deserto, dove è possibile soggiornare nelle tende.

Informazioni qui

Un libro:I sette pilastri della saggezza” di T.E. Lawrence