Lugano centro, giovedì 15 dicembre ore 21.30. Mancano pochi giorni a Natale. Un gruppo di persone esce dal ristorante Galleria situato negli stabili Gargantini accanto alla posta centrale. Il ristorante è il luogo attualmente più in the mood della città. Ottimi i piatti, l’ambiente, il servizio, l’accoglienza e i prezzi. Un luogo dove la gente fa la coda per entrare. Una rarità a Lugano.

Sono solo le 21.30 ed essendo giovedì sera ci si aspetta di trovare se non la folla almeno un po’ di gente per strada. E invece Via della posta e Via Canova sono un deserto. Come sempre. Rumore, voci e musica arrivano però da Piazza Riforma. Il gruppo di persone si avvia.

Trova sulla piazza tante bancarelle cosiddette natalizie ma già chiuse e una cacofomia di rumori e suoni assordanti, musiche da discoteca provenienti da quattro gazebo posti attorno all’enorme albero di Natale illuminato. La folla sta attorno alle strutture come mosche in estate attorno ai lampioni. Ciò che ricorda Natale è solo l’albero. Con la musica siamo invece già a carnevale. Decisamente fuori luogo.

Pochi metri e il gruppetto arriva in Via Nassa dove li accoglie un desolante e triste deserto urbano. Perché almeno al giovedì sera non prolungare la magia del mercatino fino a tardi? Ma questa è la Lugano di oggi. Una sola piazza viva e un municipio che troneggia fiero. Vien da chiedersi se mai scenderà dal suo piedestallo anche solo per cercare di capire il malessere di una città bella ma ormai mummificata. Bella e senz’anima.

Il gruppetto se ne va. Stanco di ripetere sempre le stesse cose, di sentire le stesse sensazioni e di passare per un noioso passeista, forse  troppo critico. E la vita continua. Ma altrove.

Francesco Mismirigo, 15 dicembre 2016