La nostra società si caratterizza anche per un voler apparire in modo eccessivo e non sempre veritiero e per un deciso livellamento verso il basso del linguaggio verbale e scritto. Senza ritegno. Bastano un viaggio su un Tilo pieno di studenti, una lettura di certi scambi di opinioni fra adulti su Facebook, l’ascolto di una normale conversazione al bar o al supermercato, di certe canzoni o spettacoli, o guardare trasmissioni televisive di certe TV spazzatura per accorgerci che avere il “cazzo in bocca” è ormai quasi un’espressione di gentilezza. La volgarità espressiva dilaga ed è diventata un normale ma violento strumento di comunicazione.

Dal canto suo, l’affermarsi dei social ha permesso a noi tutti non solo di diventare dei leoni da tastiera ma pure di crearci dei profili e delle personalità che non sempre e per forza corrispondo al vero, ma che certamente sono in sintonia col mood attuale. Un breve sguardo sulle foto pubblicate su certi profili Facebook lo confermano:  ragazzi omologati nello stile belloccio con barba, occhiali da sole, sorriso Colgate e ciuffo al vento, e ragazze con vere o false labbra-canotto, capelli lunghi e lisci, occhi a mandorla e posa da improbabili vallette.

Il cocktail linguaggio diretto e volgare con personalità costruite può a volte portare ad utilizzare modalità comunicative assolutamente non idonee con il contesto o il mondo reale i cui si vive. La ormai famosa ragazza che ha ricevuto una multa (giustificata) è caduta in questo tranello: e il mondo reale ha raggiunto il suo mondo virtuale. Dal canto loro, i suoi simili hanno reagito coi metodi e lo stile che di fatto hanno ormai forgiato il loro presunto mondo reale. Che per fortuna non è ancora del tutto così.

E tutto questo si è svolto in un mondo invece molto reale, un Ticino che anche per scelte scellerate di politici e imprenditori economici locali si sta imbruttendo sia territorialmente con capannoni, palazzi, cemento, strade, traffico e posteggi, sia socialmente giacché sembra più incline a creare posti di lavoro per chi abita a ore di strada piuttosto che per chi risiede in loco. Le frustrazioni e le rabbie accumulate sono tante e ormai non si sfogano più solo alla domenica mattina. E per chi a torto o a ragione vede in certi lavoratori non residenti dei potenziali concorrenti che non solo intasano le strade e non lasciano un copeco di quanto guadagnano là dove lo guadagnano, ma pure che insultano il sistema che li ospita, ecco per loro quale migliore occasione poteva capitare se non quella di una sciocca, immatura, irresponsabile ragazza che con il suo plateale e volgare gesto non solo si è messa la zappa sui piedi ma ha saputo convogliare su di sé le espressioni di un disagio di cui tutti, lavoratori residenti e non, sono per certi versi corresponsabili.

Sarebbe cosa buona se questo fattaccio servisse a far capire a molte persone malate di social e di apparire che il mondo reale lo è davvero e che quello virtuale è solo il frutto di una società che ci vuole tutti omologati e che alla fine, di fatto, non sopporta il confronto fra i  due mondi. Quindi prima di aprire bocca o scrivere riflettiamo e dopo aver letto, visto o sentito cerchiamo di avere un minimo di spirito critico. © Fm / 2 dicembre 2018