Viaggiare in treno è certamente uno dei migliori modi per apprezzare il paesaggio che cambia, per fare incontri, anche effimeri, per sentire il tempo che scorre e per permettersi di avere del tempo per riflettere e sognare. Cose impossibili per chi sceglie di volare. Viaggiare in treno non è certamente così slow come quando si sale su una nave, un battello, una péniche o una bicicletta. Ma poco ci manca. Ci sono tragitti che permettono di passare da un mondo all’altro, altri che fanno sognare, altri ancora che ripercorrono la Storia. Di fatto sono 145 i Paesi nel mondo dove si può viaggiare in treno, e 49 sono sprovvisti di ferrovia, fra cui in Europa Islanda, Malta, Cipro, San Marino, Andorra. Ecco alcune proposte.

La tratta fra Helsinki e Rovaniemi, in Lapponia, sull’arco di due giorni offre il piacere di passare dal Mar Baltico al Circolo polare artico attraverso un’infinità di foreste, laghi, fiumi: paesaggi a volte un po’ monotoni ma mai scontati. Da un mondo all’altro. Da Belgrado si può invece raggiungere Sarajevo in 10 ore. Il vagone resta lo stesso ma le locomotive cambiano in funzione dei vari Stati attraversati. Ai tempi della Jugoslavia unita il tragitto era decisamente più breve. Ma i colori giallo oro dei campi di girasole delle vaste pianure serbe e croate e il verde intenso delle colline bosniache restano gli stessi. Oltre i conflitti e le divisioni. Da New York risalendo la valle dell’Hudson, il treno raggiunge Montréal pure in 10 ore. L’Adirondack percorre lentamente le vaste vallate del New England americano che da settembre  a novembre si colorano di arancione, rosso intenso, giallo oro, marrone castagna. E alla frontiera canadese sembra di entrare nel paese del bengodi talmente i villaggi della campagna americana sembrano fatiscenti.

La tratta che collega Dublino a Galway attraversa tutta l’Irlanda. Lasciata la capitale ci si trova immersi immediatamente in un mondo fatto di verde, grigio e bianco: verde come la campagna e come le colline, grigio come i muri a secco, le case dei villaggi, le chiese e i manieri, bianco come le migliaia di pecore spazzate dal vento. Poi ecco l’azzurro brillante dell’oceano, come in un sogno. Un sogno che continua quando si raggiunge Marrakesh da Casablanca o da Rabat. Ai piedi dell’Atlante ricoperto di neve la città si presenta come ultimo avanposto prima delle infinità sabbiose del Sahara. Il treno attraversa paesaggi arsi dal sole e vaste distese coltivate, ma pure lugubri paesaggi fatti da montagne di rifiuti dove vive un lumpenproletariato urbano ai margini di ogni condizione detta umana. Fra Cuneo e Nizza, via il colle di Tenda un treno moderno ma d’altri tempi porta direttamente al mare. Appena passata la frontiera francese la luce diventa più calda e brillante, immediatamente, e nonostante l’altezza appaiono i primi pini marittimi, le prime palme, i primi limoneti e già uliveti carichi di cicale assordanti si mettono in fila lungo pendii sospesi da muri a secco. Bienvenus en Provence-Côte d’Azur.

Chi da Skagway, in Alaska, sale in treno verso lo Yukon canadese attraverso lo White Pass ripercorre esattamente la Storia di quei pionieri e ricercatori d’oro, disperati da tutto il mondo, che fra la fine dell’800 e il 1914 cercarono l’illusione di una vita migliore in una delle regioni più ostili, più selvagge ma anche più belle del pianeta. La Storia della conquista del Canada da parte della Francia la si può senz’altro leggere in un libro mentre si percorre in treno la Valle del San Lorenzo che collega Québec Ville a Montréal in 4 ore. Dal finestrino scorre la fertile campagna del Québec, le cui vastità e monotonia sono interrotte soltanto da sparute fattorie colorate, villaggi con case in legno e in fila indiana lungo i binari, e da qualche alce nascosto ma non troppo. A guardare i treni passare troviamo mucche in Svizzera, alci in Canada e dromedari schiacciati da un sole a 50° lungo la storica linea che collega Aswan a Luxor, per poi continuare fino al Cairo e Alessandria lungo un Nilo che annega nei rifiuti gettati da navi da crociera cheap per turisti assetati di falso esotismo. Se per un attimo dimentichiamo la miseria umana attuale che scorre ai piedi dei binari e ci immaginiamo in compagnia della scrittrice Agatha Christie, ecco allora che dal Cairo il treno fila diritto verso Haifa, Beirut, Damasco, Aleppo, Istanbul… Un modo di viaggiare ormai impossibile. Ma figlio di tempi non troppo lontani.

Poi ci sono tratte ferroviarie favolose, che fanno sognare solo a nominarle: la Mosca-Vladivostock attraverso la Siberia; la Melbourne-Darwin a bordo del Ghan nel nulla del bush australiano o la Sydney-Perth; la Cuzco-Machu Picho nelle vallate andine; la Anchorage-Fairbanks con l’Alaska RR; da Capetown a Johannesburg a bordo del lussuoso Blue Train o fino in Tanzania e alle Victoria Falls sul Rovos; da Mosca a Pekino attraverso le steppe mongole sullo Tzargold per poi continuare fino a Lhasa in Tibet; la Via della Seta fra Ashkabat in Turkmenistan fino a Almaty in Kazakstan, via Samarcanda; a bordo del Transcantabrico alla scoperta della Spagna verde del nord, fra San Sebastiano e Porto, passando da Oviedo e Santiago; la miriade di linee storiche e a vapore che conducono da una città all’altra della Scozia oppure da Addis Abeba a Djibuti sul recentemente rinnovato treno del Négus; da Singapore a Bangkok passando dalla Malesia sullEastern & Oriental Express; o, perché no, attraversare l’America da Chigago a Los Angeles via Santa Fe e il deserto dell’Arizona, o da New York a San Francisco con California Zaphyr lungo le piste dei pionieri del Montana, o in alternativa attraversare le Montagne Rocciose canadesi e il Parco di Banff fra Vancouver e Toronto con Via Rail. Senza dimenticare il velocissimo Shinkansen fra Tokyo  e Osaka e gli svizzeri Bernina Express, Glacier Express e Jungfraubahn, quest’ultima porta alla stazione ferroviaria più alta d’Europa a 3’454 m !

Non si può terminare questa breve carrellata senza ricordare linee ferroviarie ormai in disuso o smantellate che hanno non solo fatto sognare molti avventurieri e partecipato alla Storia, ma hanno pure permesso lo sviluppo di intere regioni. Prima di tutte la mitica Baghdad-Bahn costruita dai tedeschi e dall’Impero ottomano loro alleato che collegava Berlino a Bassora passando da Vienna e Istanbul, terminus dell’altrettanto mitico Orient Express; Poi la ferrovia dell’Hijaz che collegava Aleppo a Medina passando dalla Giordania con diramazione per Beirut a Damasco; oppure la Transandina fra Buenos Aires e Santiago del Cile, la ferrovia che collegava Dakar sulla costa senegalese a Bamako nel Mali, la linea Saigon-Hanoi in Vietnam. © Fm / 12 luglio 2018

Informazioni supplementari: Trasmissione TV “Des trains pas comme les autres