Scrivere per me non significa solo raccontare un luogo, le emozioni di un’esperienza o di un incontro, o i fatti nudi e crudi della quotidianità, ma pure vivere in prima persona, e spesso con la pancia, quello che sento, vedo e vivo. Esprimere solo le sensazioni che suscita un luogo purtroppo non mi soddisfa più perché condividendo certe destinazioni su una piattaforma vasta e aperta come internet significa correre il rischio di partecipare a una forma di democratizzazione selvaggia del viaggiare. Una forma che non sempre condivido e che oggi, spesso, mi sembra serva più a consumare, invadere e appagare il proprio desiderio di vedere e di farsi dei selfies che a scoprire con rispetto, sana curiosità e con una necessaria modestia altri mondi, altre persone, altri costumi, altre culture, altre religioni, altri animali, stando all’ascolto per dare e ricevere e non solo per prendere “fast”. Come ormai capita quasi sempre laddove è il dio denaro a farla da padrone sia per chi visita, sia per chi ospita.

Ci sono città che amo in modo molto personale e particolare come Porto, Santa Fé, Berlino e Beirut delle quali, in questa forma, non riesco più a parlare siccome mi sembra di non riuscire a contribuire all’educazione del visitatore, ma solo al suo desiderio di consumare. E allora tengo per me emozioni, luoghi segreti e momenti preziosi. Non riesco più a condividere. Purtroppo. Eppure ve ne sarebbero ancora di posti visitati di cui parlare: dallo Yucatan a Washington, da San Diego a Sedona, dalla Guadalupa alla Florida, da Budapest a Dresda, da Vienna a Praga, da Londra a Oxford, dalla Danimarca a Bilbao, da Valencia alla Sicilia, da Venezia a Torino, da Parigi a Bruxelles, dalle coste del Mar Baltico a quelle del Mare del Nord, da Atene a Bodrum, da Biblos a Aqaba, da Haifa a Amman, dal Cairo a Algeri, da Tunisi a Tamanrasset … e altri luoghi noti o meno noti, pure in Ticino e in Svizzera.

Pure per quanto riguarda altre tematiche legate alla mobilità, all’ambiente, al territorio, alla speculazione, alle mentalità, alle scelte economiche e politiche in Ticino sono giunto alla conclusione che per il momento per me è preferibile non osservare e commentare tutto quanto succede, ma piuttosto prendere le distanze dalle molteplici realtà di questo Cantone che a volte sento un po’ troppo tossico, per ritrovare quelle emozioni che ti fanno dimenticare quelle parti del suo territorio svenduto, bistrattato, sfruttato, rovinato, consumato, insultato, offeso, inquinato, trafficato e lobotizzato. Anche per sviluppare una maggiore armonia fra me stesso e la regione che mi circonda, ma che a volte non riconosco più.

Nel cassetto ci sono però altri progetti editoriali che desidero sviluppare e che ritengo oggi più in sintonia con mie recenti e radicali scelte di vita. Inoltre, continuerò a viaggiare, anche se meno di prima e soprattutto in modo più slow e in treno, offrendomi maggior tempo per scoprire luoghi e persone. E poi voglio riprendere a viaggiare con la fantasia, immergendomi in libri e film da troppo tempo trascurati. I siti www.valigiaperta.ch e www.mismirigo.ch resteranno sempre attivi ma non saranno più aggiornati fino alla realizzazione dei progetti di cui prima. Ogni tanto non mancherò tuttavia di aggiungere mie riflessioni ispirate da fatti di attualità. Grazie mille per aver seguito sempre numerosi i miei suggerimenti di viaggio, ma non solo. Fm / 28 dicembre 2018