L’evoluzione in atto non può essere frenata e purtroppo il fenomeno è irreversibile: la globalizzazione è un dato di fatto e solo un immane cataclisma naturale, bellico o finanziario potrebbe, forse, cambiarne le sorti. Ma non veniteci a dire che tale evoluzione è solo dovuta alle mutate esigenze del consumatore e che serve per rispondere ai bisogni della gente. Come sta facendo in questi giorni La Posta per far digerire l’amarissima pillola delle ristrutturazioni da lei proposta. Lo fa La Posta, lo fanno tutti! Di fatto è il sistema economico che si è imposto dopo la caduta del muro di Berlino, sistema basato sul massimo profitto e sulla riduzione di ogni tipo di spesa, che ha imposto, e non ha proposto, il nuovo stile di vita, di cui oggi soprattutto le fasce più giovani, quindi il nostro futuro, sono arci ghiotte Non siamo più noi ad avere i mano il nostro destino. O sei nel sistema o sei fuori.

Ma è la gente o è sistema che ha bisogno di avere fragole e mirtilli dal Perù a Natale a prezzi così bassi che mai saranno proposti alle nostre produzioni locali? Oppure peperoni e aglio dalla Cina in luglio, o pere dal Sudafrica in gennaio? Oltre ad essere totalmente diseducativi siccome (dis)abituano i consumatori, in particolare i giovani, alla conoscenza, alla scoperta e al piacere delle stagioni e dei suoi frutti, queste nuove modalità alimentari ci rendono schiavi di cose di cui non abbiamo per forza bisogno in determinati momenti. Poi ci lamentiamo dei TIR in aumento sulle nostre strade: beata coerenza… Purtroppo le fragole non hanno ancora una moto proprio…

Lo stesso discorso vale per tutti i settori economici: ad esempio non siamo per forza noi che non vogliamo andare allo sportello di una banca. Ma la banca grazie ai cellulari, di cui il sistema ci ha resi succubi, ha trovato il modo di proporre delle app che ci permettono di fare i pagamenti pure mentre siamo in bagno, e alla banca di limitare il personale, e quindi di ridurre le spese aumentando i suoi guadagni. E così via.

Purtroppo serve a poco interpellare i politici, o il Governo ticinese, sul tema come proposto sui social: occorre ricordare che in Ticino è stato proprio il Governo a decidere di ridurre drasticamente l’invio di lettere da parte dell’amministrazione cantonale privilegiando le mail (e capita che per risparmiare 1.- frs di posta A si porti una lettera urgente a mano e si rimborsi le spese al funzionario… beata logica del risparmio). E’ un circolo vizioso, siamo e vogliamo essere globalizzati e questo è il prezzo da pagare. E da quanto si può constatare non vogliamo e non sappiamo più rinunciare all’inutile e al superfluo,

Francesco Mismirigo, 26 ottobre 2016