La rete televisiva franco-tedesca Arte ha diffuso nelle scorse settimane una serie di reportages storici sugli Emirati Arabi Uniti e il Quatar, sulla loro Storia, i loro usi e costumi e la loro attuale potenza economica e culturale. Grazie pure a immagini d’archivio uniche e eccezionali. “Émirats, les mirages de la puissance” ( http://info.arte.tv/fr/emirats-les-mirages-de-la-puissance) ha avuto il pregio non solo di presentare in modo oggettivo la nascita delle potenze del Golfo, regioni poverissime e misere fino agli anni 60 del 900, ma pure il ruolo dominante svolto dalle compagnie internazionali di petrolio e di gas e l’incredibile sviluppo economico, sociale, culturale e umano dei setti Emirati del Golfo. Senza dimenticare i legami di alcuni di queste monarchie con lo Stato Islamico attuale. Oggi gli Emirati si considerano entrati in nuova età dell’oro del mondo arabo, come fossero una nuova Cordova, la mitica città andalusa dell’impero islamico dopo l’anno 1000, in cui convivevano in pace le tre religioni monoteiste portando nel contempo enorme contributo allo sviluppo delle scienze e delle lettere in Occidente.

Ma forse la nota più piacevole di questi due servizi di Arte è il fatto che hanno parlato di popoli, di persone, di califfi, di donne e di uomini, di commerci, di povertà , di ricchezze e di politica ma mai di religione ! Finalmente un media tratta il mondo arabo non solo attraverso il filtro deformante e perverso dell’Islam. E sarebbe opportuno che tutta la stampa cominciasse a parlare pure di tutto quanto di positivo succede, si crea, si produce, si esporta, e si pensa a livello di beni e di idee, nel cosiddetto mondo arabo musulmano.

Un’eccessivo accento messo solo sugli aspetti negativi dell’Islam e sui suoi veri o presunti legami col terrorismo non fa altro che aumentare le distanze, fomentare odio e ignoranza e separare due culture e due civiltà che per secoli hanno sempre dialogato.

Francesco Mismirigo, 2 settembre 2016