Ma che fine hanno fatto progetti come “Green SKYrolo” del CIPPS, Concorso internazionale di idee di urbanistica Pian Scairolo del 2008, che prevedeva una rivalorizzazione e, finalmente, una pianificazione ordinata della periferia sud di Lugano, o come quelli contenuti nel volume “La Nuova Lugano, visioni, sfide e territorio della città”, presentato in pompa magna anch’esso nel 2008 dall’USI e dall’Accademia di Architettura? Le aggregazioni ivi indicate sono state realizzate, mentre il Pian Scairolo rimane sempre una trafficata accozzaglia di capannoni disarmonici. E dei numerosi progetti di sviluppo territoriale presentati che ne è stato, o che ne sarà? Son passati ormai 10 anni, ma nel frattempo pure il tessuto economico e le finanze sono cambiate.

Le questioni legate al trasporto, pubblico e privato, sono tra le più gravide e discusse in tutto il Cantone e in particolare nel Luganese dove la rete viaria da anni è cronicamente congestionata. Senza essere megalomani, come potevano essere considerati allora quei progetti, Lugano avrebbe potuto comunque già avviare da tempo una serie di progetti legati alla mobilità a favore di tutti, giacché la città ormai soffoca nel traffico che ogni giorno la paralizza.

Un esempio di occasione persa è la rinnovata funicolare. L’11 dicembre 2016, la funicolare che collega il centro alla stazione è ritornata a funzionare, nuova, moderna, utilissima e amata da tutti. Durante i due anni di inattività si sarebbe potuto guardare oltre la stazione e puntare verso Breganzona, scavando un tunnel sotto la stazione e sotto collina con fermate a San Nicolao, Radio, 5 Vie e con termine al Pian Povrò dove si sarebbe potuto costruire un autosilo Park&Ride, di cui da anni pure si parla. Sarebbe stata una sorta di funicolare-metrò come ne troviamo a Neuchâtel o a Porto. Peccato. E che fine ha fatto il progetto di funicolare dalla stazione verso Sant’Anna? Saranno scale mobili per la FLP rinnovata (detta tram) che lì sbucherà.

La realizzazione della prima fase del progetto del tram invece dovrebbe avviarsi concretamente, ma non si conoscono ancora esattamente i tempi e il percorso definitivo. Anni di critiche e opposizioni, soprattutto da parte della Lega non lo dimentichiamo (e non solo di chi oggi una volta conosciuto il progetto definitivo ha inoltrato ricorsi), hanno fatto perdere inutilmente del tempo. Fortunatamente l’obiettivo della Città e del Cantone è quello di creare finalmente le basi per un cambiamento nelle abitudini dei viaggiatori sulla scala dell’intero agglomerato per incrementare l’utilizzo del trasporto pubblico e della cosiddetta “mobilità lenta” (a piedi e in bicicletta). A questo proposito occorre sottolineare il netto miglioramento delle offerte del trasporto pubblico urbano di TPL, ARL e Autopostale, anche se è poco performante (e a volte assurdo quando alle fermate condivise chi sale o scende da un bus di una compagnia non lo può fare se la fermata è in primis per un’altra…) che tre aziende si spartiscano il trasporto pubblico in un agglomerato così piccolo.

Grazie all’inaugurazione di Alptransit ora Lugano dispone di una stazione (quasi) completamente rinnovata, Quella di Paradiso è in corso di rinnovamento e quella di Lamone è già pronta da alcuni anni. Le cadenze dei treni Tilo oggi sono ottime: peccato però che il progetto di linea Tilo fra Bioggio e Taverne utilizzando il binario industriale non vedrà forse mai la luce. (1 – Continua)

Francesco Mismirigo, 22 luglio 2018