(Vedasi pure gli altri quattro articoli sull’Albania in questo blog – 1 23 4)

Situata al centro dell’Albania, a circa 35 km a est da Durazzo, la capitale è situata in una valle circondata da alte montagne e affiancata da diversi laghi. Tirana è decisamente una piacevole sorpresa: si presenta ricca di viali alberati, grandi piazze e vasti parchi risalenti alla concezione urbanistica fascista prima, comunista poi. Concezioni che a partire dal 1912, data dell’indipendenza albanese dall’Impero ottomano, hanno man mano distrutto la città vecchia tipicamente orientale e turca. La Tirana attuale conserva solo una minima parte del periodo bizantino. L’impressione è di una città occidentale con alcune rimanenze della lunga dominazione ottomana, e nella sua parte centrale con parecchi eleganti edifici che richiamano l’architettura austro-ungarica della fine dell’Ottocento e neo-razionalista italiana degli inizi del Novecento. Senza dimenticare i residui del realismo socialista, affiancati da una contemporanea fioritura di edifici ultramoderni. L’impressione generale è comunque quella che la Storia sia stata rasata, quasi dimenticata.

Fondata ufficialmente nel 1614, è stata dichiarata la capitale dell’Albania nel 1920. La città è sede di istituzioni pubbliche, dell’università ed è il centro della vita amministrativa, politica, economica, culturale e religiosa del Paese. Sotto la dominazione turca, Sulejman Bargjini, un albanese musulmano, ridiede importanza a Tirana ingrandendo il vecchio villaggio e dando uno stile orientale alla città, costruendovi moschee, minareti, bazar, bagni e saune turchi, madrase. Tirana divenne un centro culturale e religioso (specialmente per i Bektasci e le pratiche sufiste), e un importante centro di artigianato che esportava soprattutto tabacco e olio d’oliva.

Con l’indipendenza crebbe ancora di importanza per la sua centralità e la disponibilità di grandi spazi per gli edifici pubblici. La popolazione di Tirana, stimata a soli 12.000 abitanti nel 1910, salì a 30.000 nel censimento del 1930, a 60.000 nel 1945, e a quasi 1 milione oggi. Infatti, alla fine degli anni novanta Tirana ebbe la sua crescita più rapida, quando molti albanesi dal nord e dal sud si spostarono nella capitale per cercare una vita migliore. Dopo la liberazione del Paese da parte delle potenze dell’Asse nel 1944, il Paese fu dichiarato repubblica popolare socialista e a Tirana vi si insediò il governo comunista di Enver Hoxha. Da quel momento in poi gran parte dello sviluppo della città è legato all’influenza dell’Unione Sovietica prima e della Cina dopo. Con la caduta del regime comunista nel 1991 Tirana iniziò un periodo di progressivo sviluppo economico, sociale e urbanistico, con l’edificazione e la sistemazione di parchi e edifici, compresa la ricostruzione degli edifici religiosi distrutti durante le varie guerre e sotto il regime comunista.

Negli ultimi anni sono state create numerose aree verdi che, con la demolizione di molte costruzioni abusive e la valorizzazione e la pedonalizzazione delle piazze d’epoca socialista, contribuiscono a un netto miglioramento dell’estetica della città (ad esempio lungo le rive del fiume Lana). Grandi spazi di catrame e cemento si trasformano così in un bosco in città. Lungo il vasto viale che collega le piazze Scanderbeg e Madre Teresa è un susseguirsi di parchi, grandi fontane, boschi urbani, terrazze di bar e ristoranti,  monumenti, palazzi ben ristrutturati e di grattacieli avanguardistici.

Oltre al Museo nazionale, a dire il vero un po’ vecchiotto ma utile per capire la Storia del Paese, meritano una visita la Tirana by night e il grande mercato situato in una piacevole zona pedonale, molto ben curato e con ogni ben di Dio, circondato da interessanti edifici abitativi d’epoca comunista, poiché ristrutturati e colorati con tinte molto vivaci. Una tendenza questa che troviamo ovunque in città e in tutta l’Albania e che permette di valorizzare coi colori palazzi tetri, grigi, umidi e ormai sfiniti. Di notte Tirana sembra non mai dormire: ovunque bar e gelaterie aperte, e soprattutto nel quartiere di Blloku, non lontano dall’orrenda piramide del dittatore, l’animazione, la musica, il cibo, la gente, la festa, il traffico fanno pensare alla dolce vita delle strade di Barcellona, Québec Ville o Beirut.

Ma è la grande  piazza il luogo simbolico non solo della capitale ma dell’intero universo albanese: con i suoi cinque ettari di superficie, rappresenta idealmente il centro geografico e politico dell’Albania. La Piazza Scanderbeg, sorprende per le sue dimensioni. Nel cuore di Tirana ricorda l’epoca comunista quando una dimensione tale serviva, oltre alle sfilate militare, a mostrare la potenza del regime. Nel mezzo è collocato il monumento equestre dell’eroe nazionale albanese, opera di bronzo che porta il nome di Giorgio Castriota Scanderbeg. Concepita nel centro storico di Tirana da Re Zog secondo lo stile neo-razionalista, fu ampliata negli anni tra il 1920 e il 1930 sotto la dittatura fascista del Regno d’Italia. Successivamente, nel periodo comunista fu rimodellata secondo gli ideali del regime con ampi e ordinati viali che da essa dipartono.

Nella piazza oggi si trovano la Torre dell’Orologio (1821), affiancata dalla moschea turca Ethem Bey (1823), il Municipio (1920), il Teatro delle Marionette (1920), la Banca d’Albania (1936), il Palazzo della Cultura, la Biblioteca nazionale, il Teatro dell’Opera e del Balletto (1960), il Tirana International Hotel, costruito nel 1979 dove sorgeva l’antica Cattedrale Ortodossa , rasa al suolo dal regime, il Museo Storico Nazionale (1981), imponente l’edificio in stile razionalista la cui facciata è sormontata da un frontone che illustra i capisaldi della storia dell’Albania nell’ottica del passato regime, la nuova Cattedrale Ortodossa (2001-2012). Tirana è decisamente proiettata in Europa e ha tutte le carte in regola per diventare una nuova destinazione alla moda.© Fm / 4 maggio 2018

Come arrivare: con voli diretti da Milano-Malpensa, oppure con ferry da Bari e Brindisi, e poi in treno o autobus da Durazzo. In auto lungo la costa croata e montenegrina.

Dove dormire: Hotel Opera Tirana, centralissimo, proprio sulla piazza Scanderbeg. Da evitare (?) le camere sul retro, con vista sull’altra Tirana, quella decisamente più povera e più disordinata.

Dove mangiare: innumerevoli i ristoranti italiani o che propongono cucina fusion. Ma consigliamo di scegliere in ogni caso solo piatti locali. La cucina albanese è veramente deliziosamente orientale, speziata ma non troppo. Ai limiti di un grande parco consigliamo il Fancy Resto Lounge, ottimo il cibo, buono il servizio, bello il decoro assai moderno.

Informazioni qui e su www.albinfo.ch