1956-2016: la crisi ungherese e l’operato della Croce Rossa Svizzera

Durante la crisi ungherese del 1956 (23 ottobre-11 novembre) la Croce Rossa Svizzera (CRS) collaborò attivamente accanto al CICR, ma non solo, a favore delle vittime dell’insurrezione, dei profughi ungheresi in Austria e in Jugoslavia e dei magiari che cercarono rifugio nel nostro Paese. In pochi mesi, oltre 200.000 persone lasciarono l’Ungheria. La CRS ha svolto un ruolo primordiale permettendo a questa gente di integrarsi in breve tempo fuori dalla loro terra e evitando che, sul fronte dei rifugiati in Europa, allora numerosissimi dopo la fine della guerra, la situazione diventasse ancora più precaria.

L’insurrezione ungherese del 1956 provocò uno dei maggiori esodi di profughi dalla seconda guerra mondiale. Oggi pochi si ricordano di quei fatti: l’Ungheria, con la caduta del muro di Berlino nel 1989 si è staccata da Mosca, ha raggiunto il blocco occidentale ed è ormai membro dell’Unione Europea. Fino al 1989 lungo il suo confine con l’Austria e la Jugoslavia passava la micidiale cortina di ferro che, per volontà sovietica, doveva impedire agli ungheresi di fuggire ad Ovest. L’Ungheria del 2016 costruisce invece muri lungo i suoi confini con la Romania, la Serbia, la Croazia e la Slovenia per impedire a chi fugge dalle guerre in Medio Oriente di entrare in Ungheria…Ironia della Storia che si ripete e della memoria che si affievolisce.

In certi quartieri di Budapest, metropoli e capitale ungherese, ancora oggi il tempo sembra essersi fermato. Come sessant’anni fa, case signorili costruite ai tempi dell’lmpero Austro-Ungarico portano ancora i segni dei violenti combattimenti che insanguinarono la città e tutto il Paese nell’ottobre del 1956. L’insurrezione ungherese contra il governo e i dirigenti del partito comunista, sedata dall’intervento di forze sovietiche, suscitò in Svizzera e in tutto il mondo occidentale un grande slancio di generosità e di solidarietà. Il nostro Paese accolse oltre 12.000 rifugiati fra i mesi di novembre del 1956 e settembre 1957. Quelli erano gli anni della cosiddetta «guerra fredda» fra le due Superpotenze. Durante quel periodo in Occidente si assisteva al dilagare dell’anticomunismo e della diffidenza nei confronti di ogni idea o fatto che poteva essere considerato come «rosso». È possibile dunque che tale solidarietà fosse anche il risultato del clima politico di allora e di una certa identificazione degli occidentali con il popolo ungherese insorto.  Infatti, lo stesso slancio solidale lo ritroviamo nel 1968 al momento dell’invasione sovietica della Cescoslovacchia. Meno solidarietà ci fu invece in Occidente nel 1973 allorché furono dei cileni, molti di sinistra, a scappare dalla dittatura di Pinochet sostenuta dagli Stati Uniti. Anche se in Ticino, grazie anche a iniziative come quelle di Padre Rivoir, si assistette a slanci solidali che forse dopo non si ripeterono più. ( 1 – continua)