Nel corso dei secoli il Natale è diventato la festa principale del mondo cristiano, e uno dei principali eventi a livello mondiale, anche se ha perso parte della sua funzione religiosa a scapito del folklore, del marketing e della corsa ai regali. Incentrato sull’immagine della famiglia e dei bambini, il Natale è universale siccome ha saputo adattarsi a vari usi e costumi laici. Le origini storiche sono poco chiare: Gesù non è nato fra il 24 e il 25 dicembre dell’anno 1, e probabilmente non è nato neppure in inverno. Infatti, se fosse arrivato sotto Erode sarebbe nato 4 anni prima della nostra era. Se invece fosse nato sotto Quirinio, governatore di Siria, la data sarebbe quella del 6 della nostra era.

Siccome fin dall’inizio della Cristianità v’era disordine in merito al giorno della nascita, la Chiesa decise nel 337, alla morte di Costantino, di fissare la data della natività al 25 dicembre, sostituendola alla festa del Dio Sole, Mitra, celebrata in occasione del solstizio d’inverno. Verso il 12° secolo tutta l’Europa è cristiana e si festeggia il Natale con rami di pino decorati con mele rosse e rose che ricordano sia l’albero del Paradiso sia un’antica tradizione celtica. Ma la prima menzione di un albero di Natale come noi lo intendiamo la troviamo a Riga in Lettonia nel 1510 e poi in Alsazia nel 1521. Le prime decorazioni dell’albero sono naturali e commestibili e solo nell’800 lo si illumina con candele.

Oggi i due terzi degli alberi di Natale venduti in Svizzera vengono dalla Danimarca dove ogni anno per la felicità degli europei si tagliano oltre 12 milioni di pini. Le bocce di Natale nascono invece in Germania. Le Kugel di vetro sono prodotte a partire dal 1830 per proteggere la casa dagli spiriti malefici. Fino al 1950 Germania e Paesi dell’Est sono i maggiori produttori di decorazioni natalizie, oggi fatte quasi tutte in Cina. La tradizione dell’albero di Natale si estenderà, addobbato di una stella che ricorda quella di Betlemme, in particolare nell’Europa protestante che non riconosce le immagini religiose del presepe.

Quest’ultimo trova la sua origine nel teatro pagano medioevale e poi nel primo presepe scenografico e vivente di San Francesco nel 1293. Ma i primi veri presepi classici  li troviamo nelle Chiesa del 500 durante la contro Riforma, e quelli di Praga del 1562 sono fra i più antichi. Sarà solo nel 600 che i presepi cominceranno ad entrare anche nelle case, in particolare quelli di Napoli, barocchi e raffinati. A partire dall’800 si fanno pure strada i Santons provenzali che integrano ai personaggi religiosi anche quelli della vita quotidiana.

La tradizione dell’agrifoglio risale invece alla leggenda che vuole che questa pianta permise alla Sacra Famiglia di nascondersi dai soldati di Erode. Le spine ricordano la corona di Cristo e le bacche il suo sangue. La tradizione dei mercati di Natale è nata in Alsazia nel ‘500: oggi è diventata un concetto di marketing turistico e risponde al bisogno di ritornare alle origini. I primi calendari dell’avvento sono apparsi sul mercato nel 1920 e quelli di cioccolata nel 1958. Ma la grande star del Natale di oggi è lui, Babbo Natale, scoperta americana che ha ormai soppiantato i più autentici Gesù bambino e San Nicolao. San Nicolao era un vescovo dell’Asia Minore, l’attuale Turchia, del 4° secolo che secondo la leggenda portava con sé sacchi per aiutare bimbi indigenti. Nel 600 gli olandesi portarono la tradizione del Santo (Sinterklaas in olandese) a Niew Amsterdam, l’attuale New York, dove il buon vescovo divenne Santa Claus. Poi, grazie alla Coca Cola prima e ai Marines poi, ripassò l’Atlantico nella figura di Babbo Natale, pacioso e barbuto, ben differente dal vescovo con l’asinello e il bastone. Oggi dicono che vive in Lapponia, a Rovaniemi, in un grande supermercato un poco surreale all’immagine del nostro divenire.

© Fm / 15 dicembre 2018