Subito dopo la morte del dittatore Francisco Franco, a partire dal 1976 la Spagna decise di puntare sullo sviluppo del turismo, sia per valorizzare il suo patrimonio aprendolo al mondo, sia per incrementare la sua economia e permettere al Paese una migliore integrazione europea migliorando le infrastrutture dell’accoglienza, i trasporti e la mobilità in generale. Quarant’anni dopo chi ha conosciuto la Spagna nel 1977, e in particolare la costa mediterranea a sud di Valencia e l’Andalusia, ha una qual certa difficoltà a giudicare positive certe scelte urbanistiche nel nome del turismo.

La speculazione edilizia oggi è ovunque. A Siviglia una modernità rabbiosa ha ormai confinato il profumo del gelsomino solo fra la Giralda, Santa Cruz e Piazza di Spagna; a Granada il grigio cemento di palazzoni tutti uguali e senz’anima sembra soffocare l’Alhambra e le vecchie bianche case del quartiere di El Albaicin; la costa fra Malaga e Estepona è ormai un lungo muro di cemento e vetro che sovrasta una spiaggia ricoperta di corpi al sole. Solo Cordoba sembra aver conservato intatta la sua anima moresca all’interno della medina. Più a nord, l’Almeria, una volta considerata il primo deserto d’Europa dove sono stati girati molti Western spaghetti, non è più attraversata da una ferrovia a vapore da Murcia a Granada, ma è ormai una regione interamente ricoperta da teloni di plastica sotto i quali è coltivata la maggior parte della frutta consumata in Europa. Le famose e assurde fragole a Natale ad esempio.

Alicante nell’immaginario collettivo del turismo di massa nordico rappresenta la Spagna tradizionale, dalla sangria al flamenco. Invece oggi i turisti attempati che sbarcano in autobus o in aereo da Monaco di Baviera o da Birmingham alla ricerca dell’esotismo a basso costo trovano una città mutilata dalla speculazione edilizia e abbastanza sporca e trasandata. Pochi i luoghi di vero interesse culturale, fra cui la Placa Gabriel Mirò, la Placa Ayuntamento, la Basilica de Santa Maria e il Castillo de Santa Barbara. Quest’ultimo, molto interessante per capire lo stile di fortificazioni arabe, si raggiunge con un ascensore dal lungomare e domina tutta la città e i suoi dintorni. Le origini risalgono al IX secolo al tempo della dominazione musulmana.  Nel 1248 il castello fu conquistato da Alfonso di Castiglia e prese il nome di Santa Barbara in onore della Santa festeggiata il giorno in cui venne preso. Nel 1296 venne conquistato da Giacomo II di Aragona.

Ma se Alicante può spaventare chi non ama il disordine edilizio, a Benidorm trova l’inferno. Città cresciuta quasi solo per il turismo di massa, ospita migliaia di immobili, torri e grattacieli di tutte le forme e fatture. La maggior parte sono degli orrori architettonici che sembrano dover crollare ad ogni istante: spesso ecomostri che ospitano alberghi, ristoranti cinesi e appartamenti dove anziani nordeuropei pensano ritrovare la gioventù ormai persa. Ma non solo anziani: migliaia di giovani (e famiglie) inglesi, olandesi, tedeschi, svizzeri, svedesi, italiani e polacchi lasciano i loro casermoni per ritrovarne altri circondati dal traffico, dove poter sfogarsi e fare festa tutta notte, spesso fra alcol, droghe e sesso. La spiaggia è solo un optional. Se vogliamo trovare un luogo dove far iniziare la decadenza occidentale Benidorm è il posto ideale, dove tutto sembra essere un continuo livellamento verso il basso.

Dopo l’inferno ecco un piccolo paradiso: Altea. Piccolo e bianco borgo d’origine greca che domina la Costa Blanca da una collina. Il Casco antiguo è un gioiello caratterizzato da stradine e scalinate che ricordano Santorini e ospita alcuni ristoranti e negozi caratteristici. Qui la massa sembra assente, pure sulla piazza della bellissima chiesa di Nuestra Senora del Consuelo con la sua cupola color blu. Se Altea è un Paradiso, ecco infine Denia, una sorta di limbo fra il bello e il brutto dominato dal Montgò. Piccola cittadina rurale diventata forse troppo grande, sa far dimenticare gli anonimi palazzoni della parte moderna quando si visita il barrio antico, in particolare il bellissimo viale alberato (Calle Marques de Campo) pieno di bar e gelaterie, dove ogni 15 di agosto si svolge una straordinaria Festa dei Cristiani e dei Mori durante la quale sfilano per oltre tre ore migliaia di persone in costume e bande musicali. Un must! Sono preservati gli antichi quartieri di Les Roques e de Baix la Mar. Le strade che scendono dal castello ricordano il passato arabo e la Calle Loreto tutta l’animazione moderna. Denia ha origini greche e romane. Durante l’epoca musulmana la città toccò il momento culminante per splendore e potenza. La conquista cristiana nel 1244 portò una decadenza della città lasciata senza abitanti dopo la vittoria sui Mori. Nel 1804 Denia è reincorporata alla Corona e lentamente riprende la sua crescita economica e demografica. Le attività commerciali sono, da allora, legate alle attività marinare, al commercio dell’uva sultanina e più recentemente al turismo.

La Spagna è immensa e merita di essere (ri)scoperta: dal selvaggio Finisterre Galiziano alla foce dell’Ebro, dalla rinata Bilbao alla bianca baia di Cadice passando dai monumentali viali di Madrid ai verdi pascoli delle Asturie. Ma è innegabile che ovunque, ma in particolare sulla costa mediterranea e nelle periferie delle città, turismo di massa, sfrenato sviluppo economico, speculazione edilizia, sfruttamento del territorio e delle risorse naturali, crisi di identità e finanziarie hanno portato ad un degrado ambientale e spesso pure umano che sarebbe incosciente non voler vedere. La modernità ha conquistato forse troppo in fretta il Paese e la sua gente. Il benessere sembrava per tutti e illimitato. E invece la realtà è un’altra e oggi certe zone, come sulla costa, se non vogliono perdere irrimediabilmente la loro unica fonte di benessere che è il paesaggio, necessitano di ritrovare con urgenza una maggiore coscienza ecologica e più rispetto per la loro cultura che per i soldi. © Fm / 24 agosto 2018

Come arrivare: voli diretti da Zurigo e da Milano per Valencia. Da Valencia Aeroporto autobus per Denia, Altea, Alicante. Moderna linea di tram-treno lungo la costa fra Alicante e Calpe/Denia. Metro a Valencia.

Dove dormire: consigliamo Casa la Colina e il Bungalow de Verano Sausalito, un simpatico e romantico turismo rural a La Xara, alla periferia di Denia, arredato con molto gusto, con una bella e grande piscina immersa nel verde del parco. Loft e Bungalow sono gestiti da una gentile e simpatica signora di origine ticinese molto disponibile.

Dove mangiare: Quel Que Quieres in Calle Alcoy 2 a Altea. Da non mancare ! Un ottimo ristorante con piatti tipicamente spagnoli ma rivisitati, e che propone una cucina casalinga a dir poco fantastica e preparata sul momento. Gusti perfetti, profumi autentici, deliziosi dessert e servizio ottimo da parte dei proprietari di origine veronese