A Parigi il 26 settembre 2017 ha aperto i battenti una grande e imperdibile mostra che documenta due millenni di presenza cristiana in Medio Oriente, là dove secondo la tradizione e le scritture Gesù Cristo è nato, vissuto e morto. Il Cristianesimo si è sviluppato inizialmente in Medio Oriente, fra l’Egitto e la Siria. E in Medio Oriente la presenza cristiana è ancora oggi tangibile, specialmente in Libano, Siria, Palestina e Egitto, nonostante la progressiva islamizzazione della regione.  È dunque alla scoperta di questa Storia che invita la mostra organizzata all’Istituto del mondo arabo.

E’ nel Medio Oriente (in realtà si tratta del Vicino Oriente dato che il Medio Oriente rappresenta soprattutto la penisola araba, ma è ormai entrato nell’uso corrente il termine Medio Oriente per tutta la regione) che apparvero sia le prime comunità cristiane a Gerusalemme, Antiochia e Damasco, ma anche la prima iconografia cristiana, compresa la casa di Doura-Europos sull’Eufrate, una casa privata organizzata come luogo di culto. Con l’avvento dell’Imperatore Costantino e la sua conversione cominciò pure a delinearsi un’architettura cristiana ben precisa. E nello stesso periodo apparsero le prime forme estreme di spiritualità e di ritiro dal mondo, come gli stilisti in Siria.

Da subito il mondo cristiano orientale si presenta però molto diviso teologicamente e politicamente formando così un complesso paesaggio ecclesiale, come lo ritroviamo ancora oggi in Libano e in Siria. In particolare i Cristiani dell’Impero romano-bizantino si divisero sulle definizioni del Concilio di Calcedonia del 451. Si presentarono da subito come un mosaico di lingue, culture, popoli, culti, chiese. Il Cristianesimo fu dunque prima una religione orientale, poi divenne occidentale. E dall’Europa si sviluppò in tutto il mondo.

L’istituzione del potere musulmano nel settimo secolo non cambiò fondamentalmente la situazione dei Cristiani: erano ormai numerosi, avevano l’opportunità di svolgere ruoli importanti nella società, e di mettere le loro capacità intellettuali e artistiche al servizio dei califfi, la cui cultura di conquista dopo le Crociate e le invasioni mongole andò declinando.

Nell’epoca moderna i Cristiani arabi hanno giocato un importante ruolo di ponte tra Oriente e Occidente, introducendo la stampa e promuovendo il commercio con l’Europa. Dal diciannovesimo secolo furono pure parte integrante della Nahda, il movimento che voleva creare un’identità araba indipendentemente da qualsiasi riferimento religioso, sfociato poi nelle rivendicazioni per la nazione araba con la caduta dell’Impero ottomano e i movimenti di panarabismo, pure sfociati poi nel nulla. Tuttavia, gli scontri fisici e ideologici, i massacri in particolare a partire dal 1860, e l’inizio dell’emigrazione di massa nei primi anni del Novecento ridussero notevolmente la percentuale di Cristiani nella popolazione.

La mostra mette pure in evidenza l’attuale forte ripresa della vita religiosa cristiana, in Egitto e Libano, la creatività artistica di una comunità che presenta oggi un certo dinamismo. Mostra che, vale la pena sottolinearlo, si svolge all’Istituto del Mondo Arabo. Fm / 26 settembre 2017

Cosa e dove: Chrétiens d’Orient. 2 000 ans d’histoire, dal 26 settembre 2017 al 14 gennaio 2018 all’Institut du monde arabe di Parigi (Métro Jussieu linea RATP 7 – Cardinal-Lemoine linea RATP 10)

Come arrivare: in treno dal Ticino via Zurigo (TGV fino alla Gare de Lyon), ca 7h, da frs 180.-

Dove dormire: Grand Hôtel de l’Univers Saint Germain, 6 Rue Grégoire de Tours. Ottima posizione, nel cuore della Parigi medievale a due passi da tutto.