Milioni di persone guardano con giubilo tre uomini attraversare il ponte metallico che li porta all’interno del gigantesco Saturno V a tre stadi alto 111 metri. Molti li seguono su schermi televisivi ancora in bianco e nero, pochi su schermi già a colori, i più fortunati sono invece sul posto, a Cape Kennedy, Florida. Sono le 14.32 del 16 luglio 1969, cinquant’anni fa: il mondo non sarà più come prima. E, sulla Luna, il Mare della Tranquillità nemmeno, mentre il decennio si conclude con la più ardita avventura umana. L’ultima di una lunga serie che in 20 anni ha cambiato il mondo.

Conquistata quasi tutta la terra, l’uomo ora sogna di conquistare lo spazio per meglio dominare sul mondo. Nel 1957 la guerra fredda diventa siderale: USA e URSS si sfidano nella rincorsa a sempre maggiori successi nel lancio di missili e satelliti, cercando di prevalere l’uno sull’altro. La corsa allo spazio inizia dopo il lancio dello Sputnik sovietico. L’esplorazione spaziale e la tecnologia dei satelliti artificiali confluiscono in questa competizione su entrambi i fronti: i satelliti possono spiare una nazione mentre i successi spaziali propagandano le capacità scientifiche acquisite e il potenziale militare. Quattro mesi dopo lo Sputnik, gli Stati Uniti lanciano il loro primo satellite, l’Explorer I. Poi partono verso le stelle tartarughe e cani sovietici, e scimpanzé americani. Il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin è il primo a raggiungere lo spazio nel 1961. John Glenn è invece il primo americano ad orbitare attorno alla Terra. I traguardi raggiunti da sovietici e americani portano molto orgoglio nazionale ad entrambe le nazioni, ma l’obiettivo resta l’invio dell’ uomo sulla Luna. E il progetto Apollo del presidente John Kennedy cattura l’immaginazione collettiva.

Sulla terra l’esplorazione pure continua: nelle terre più discoste dell’Amazzonia, del Congo, della Nuova Guinea e ai poli. Nel 1952 tre americani compiono il primo atterraggio sul Polo Nord geografico. Nel 1958 il Nautilus, sottomarino ad energia nucleare, lo attraversa in immersione. E nel 1968 Ralph Plaisted lo raggiunge con un gatto delle nevi. Si tratta della prima conquista confermata del Polo avvenuta con mezzi di superficie. Invece in Antartide non sono più i pinguini a farla da padrone: nel 1948 il capitano Finn Ronne percorre 5.800 km con sci e slitte trainate da cani e scopre le ultime coste sconosciute del pianeta. Nel 1956, l’ammiraglio statunitense George Dufek atterra al Polo Sud con un Douglas DC 3. Un anno dopo la Commonwealth Trans-Antarctic Expedition compie la prima traversata del continente con mezzi motorizzati. Edmund Hillary e il suo gruppo sono i primi uomini a raggiungere nel 1958 il Polo Sud via terra, dopo Amundsen e Scott. La corsa è lanciata ma pochi anni dopo il Trattato Antartico vieta lo sfruttamento dell’Antartide per scopi militari e limita l’impiego di personale militare come supporto per spedizioni scientifiche.

Pur essendo ancora legate al prestigio politico, scienza e tecnologia diventano parte della quotidianità anche grazie all’eccezionale sviluppo della televisione, che si diffonde in America già nel 1939. In Europa arriva verso la metà degli anni 50: dapprima è un’occasione per socializzare davanti a vetrine o nei bar, poi permette di far entrare nel proprio salotto le prime catastrofi globali: il terremoto di Agadir, l’alluvione di Firenze, il Vajont, l’Innovation di Bruxelles in fiamme o la prima marea nera al largo della Cornovaglia. Nelle case arriva anche una moltitudine di altri elettrodomestici “all’americana” voluti dalla società dei consumi e che facilitano notevolmente il quotidiano lavoro delle casalinghe.

Molte donne preferiscono però pianificare il loro ruolo di madre utilizzando le prime pillole anticoncezionali in commercio. Anche i progressi e le scoperte della medicina, della biologia e della chirurgia danno il ritmo agli anni 60. Nel 1967 a Capetown il professor Christian Barnard realizza il primo trapianto del cuore. Mentre nel resto del continente nero, in Asia e in America latina le vaccinazioni sistematiche e le scoperte di nuovi medicamenti permettono di lottare contro la meningite e di debellare flagelli come la tubercolosi e il paludismo. Pure il controllo delle nascite nei Paesi emergenti permette di migliorare la speranza di vita a livello planetario.

Baby boom e boom economico fanno dunque esplodere bisogni e consumi: uranio, elettricità, petrolio, carbone, alluminio, plastica, vetro e cemento diventano motori di un mondo che, anche se con Kubrick sogna la lentezza dell’Odissea nello Spazio, corre sempre più velocemente. Si rincorrono non solo record sportivi inauditi alle Olimpiadi di Roma, Tokyo, Mexico City e Grenoble, o di velocità nelle trasmissioni, sulle strade a Le Mans, sulle rotaie in Giappone o nei cieli con il Concorde, ma anche quelli in altezza e in lunghezza costruendo dighe, grattacieli, autostrade e ponti che uniscono un’umanità che sembra ormai pronta ad abbracciare un benessere globale. 50 anni dopo le illusioni e i sogni hanno lasciato il posto al pessimismo. Dopo la rivoluzione dei costumi del 68, le crisi economiche, la caduta del comunismo, l’avvento di internet, le guerre nei Balcani e in Mesopotamia, le atrocità in Siria, l’11 settembre, i terrorismi, i fondamentalismi, i nazionalismi, i primanostrismi e le discriminazioni… oggi l’urgenza sono i cambiamenti climatici e la sopravvivenza della Terra e delle sue forme di vita, rimesse in discussione, bistrattate, sfruttate e eliminate da un sedicente progresso di allora che ci ha portati inesorabilmente al regresso. © Fm / 22 dicembre 2018