Roseau non è una capitale come le altre dei Caraibi: qui niente lusso sfrenato come a Nassau o a Gustavia, niente traffico come a Fort de France o a Saint Georges, niente monumenti storici come a San Juan o l’Havana. Roseau è piuttosto un grande villaggio coloratissimo circondato dalla foresta tropicale della Dominica, e dove ovunque aleggia lo spirito e la musica di Bob Marley.

Non aspettatevi nemmeno di trovare molti edifici storici qui: gli uragani assai violenti (come David nel 1979 di cui si vedono ancora le tracce) e le guerre coloniali (prima i francesi, poi gli inglesi) non hanno permesso di preservare il patrimonio. Ma la città oggi ha un grande fascino grazie alle sue case colorate con i tetti in lamiera, ai suoi mercati del pesce e della frutta e alla sua gente, estremamente cordiale. E poi ovunque minibus bianchi con scolari in divisa, oppure contadini che portano frutta e verdura dall’entroterra. La vita urbana di Roseau è caotica ma cool, secondo il mood dei Caraibi, con un po’ di british touch.

La perla di Roseau è il giardino botanico di Dominica, situato a nord della città, con centro di ricerca, serre e lunghi sentieri che si inoltrano nella foresta tropicale. Il giardino botanico è forse l’unico posto dove si può vedere l’uccello emblematico della Dominica, il sisserou. Un pappagallo verde che troviamo pure sulla bandiera di Dominica ma che è molto difficile da individuare in natura.

Una fantastica vista su Roseau e il suo porto, dove attraccano enormi e imponenti navi da crociera che sembrano schiacciare la piccola cittadina, la si ha dal Morne Bruce, un forte costruito dagli inglesi appena sopra il giardino botanico. La salita dura circa mezz’ora e la ricompensa è una vista mozzafiato della città. Meritano comunque una visita pure le chiese specialmente durante le funzioni religiose, un vero spettacolo di canti e balli.

La Dominica è una delle isole più selvagge delle Antille, un paradiso per gli amanti della natura, dell’eco turismo nell’entroterra e degli appassionati di fotografia. L’isola è coperta da una foresta tropicale umida ed è ricca di fiumi che ci fanno dimenticare che la civiltà moderna è a pochi passi. Primitiva e splendida. Anche perché essendo priva di grandi spiagge (tutte sono di sabbia nera), di resort turistici e di aeroporti internazionali per arrivarci e per scoprirla ci vuole tempo e tanta disponibilità all’oblio.

La Dominica fu l’ultima isola caraibica ad essere colonizzata dagli europei a causa della fiera resistenza dei nativi. Possedimento francese, nel 1763 fu ceduta ai britannici al termine della Guerra dei sette anni. La Gran Bretagna la trasformò in una colonia nel 1805, ma i francesi cercarono di ritornare in possesso dell’isola e la riconquistarono temporaneamente per due volte: nel 1778 e nel 1805 durante le guerre napoleoniche. Dal 1958 al 1962 fu una provincia delle Federazione delle Indie Occidentali. Raggiunse l’indipendenza il 3 novembre 1978 con la proclamazione della repubblica.

Dove dormire: Fort Young Hotel, fantastico, coloniale e romantico. Direttamente sul mare. Un vero coup de coeur !

Dove mangiare: la scelta non manca. Originale il Cartwheel Café, in una vecchia casa in pietra vicino al porto frequentato soprattutto dalla popolazione locale. Il posto è incantevole e il caffè è delizioso. Oppure perché non prendere un pollo ricoperto d’aglio al ristorante del Sutton Place Hôtel?

Come arrivare: in nave da Fort-de-France (Martinica) o da Pointe-à-Pitre (Guadalupa)

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