Il Ticino è anche un Cantone scomparso: pubblico alcune mie soggettive sensazioni sul territorio di oggi pervase di sentimenti e ricordi di ieri… del Mendrisiotto. 

Rimane spesso nella memoria un leggendario e mitico Mendrisiotto di altri tempi, con la sua campagna, le sue fiere, le sue filande, le sue masserie, il bestiame, i mezzadri, le sigaraie e la povertà. Testimonianze di questa civiltà contadina di un passato poco lontano e ancora presente, come le cantine, le osterie e i grotti, oggi si sono trasformati in piacevoli ritrovi popolari che propongono in estate e in inverno pietanze semplici ma dai sapori antichi e veraci. Altre testimonianze del passato, come certe case signorili, certe masserie e case coloniche, certi mulini e certe locande sono stati invece trasformati in ristoranti rustico-classici di alta qualità, sia per l’offerta gastronomica sia per il servizio, e sono riconosciti dalle maggiori e più prestigiose guide e riviste gastronomiche svizzere ed internazionali.

Anche in questi ritrovi, spesso immersi nel verde della campagna e circondati da vigneti, nonostante l’atmosfera discreta ed elegante, le luci soffuse e le pietanze d’avant-garde, ritroviamo i tipici valori che caratterizzano la convivialità del Mendrisiotto: il desiderio di comunicare, di stare assieme, di stare bene, di godere e approfittare della dolcezza del vivere in un mondo e un paesaggio che, malgrado le offese moderne, conserva tratti originali di grande fascino. La genuinità del Mendrisiotto è dunque pure servita in queste tavole che spesso e volentieri non ignorano, anzi le valorizzano, portate tipiche di questa terra, dai funghi trifolati con polenta o risotto ai sorbetti di uva americana o alle creme di cachi. Il tutto accompagnato da uno dei celebri Merlot della regione che da tempo si situano tra i migliori vini svizzeri e che sempre più spesso ottengono brillanti risultati e riconoscimenti nei concorsi internazionali. © Fm / 22 dicembre 2018