Una città d’arte da scoprire e prodotti da gustare: ieri città di mercanti, oggi Asti è una città di trattorie, di ristoranti ed enoteche, di sapori genuini e di espressioni della più autentica civiltà contadina padana. Fondata dai Liguri su un’altura, la romana Hasta Pompeia è segnalata da Plinio fra le colonie romane di maggiore importanza dell’antica Transpadania. Attraversata dalla romana Via Fulvia e dalla medievale via Francigena, e costituita in Ducato sotto i Longobardi e in Contea sotto i Franchi, la città si affermò vigorosamente verso la fine dell’XI secolo diventando il più importante comune del Piemonte, per poi confermarsi come uno dei più ricchi e potenti d’Italia.

Conservò la forma repubblicana fino al 1313 quando passò agli Angioini, poi ai Visconti e infine nel 1575 ai Savoia. Per poi passare sotto dominio francese spagnolo e austriaco prima di entrare a far parte del Regno d’Italia. Oggi la città, che conta ca 75’000 abitanti, è attiva ed è a misura d’uomo, e conserva una gradevole atmosfera medioevale: torri, chiese e caseforti, e tante testimonianze di un passato nobile e prestigioso che affascinava Paolo Conte durante le sue corse verso il Liceo Alfieri, si inseriscono nel tessuto urbano con fierezza, armonizzando gradevolmente con le chiese barocche, i luoghi alfierani, le botteghe e i lunghi portici ottocenteschi.

La città si anima in modo particolare in settembre durante il Palio degli scudieri e il Palio degli sbandieratori, oppure durante la Fiera regionale del tartufo in novembre. Il territorio attorno alla città, adagiata fra Monferrato e Tanaro, è ricco di dolci colline coltivate a vigneto, meta di un turismo gastronomico in piena crescita alla scoperta di spumanti, dolcetti, nebioli, moscati e baroli da degustare e da abbinare a tartufi bianchi, bagnacaude, agnolotti, bunet, torroni e dolci alle nocciole.

Le Langhe: declivi collinari del gusto e dei sapori sui quali in autunno sembra posarsi un vasto e colorato tessuto firmato Missoni, steso ai piedi di una miriade di cittadine, di villaggi, di masserie, di castelli e di fattorie che affascinano turisti teutonici ed alemannici che, forse senza volerlo, stanno snaturando l’essenza e lo spirito autentico, schivo ma accogliente di questa regione fra Po e Appennini, fra Francia e Lombardia. E anche qui come nel Ticino poco lontano, il servilismo e la svendita dell’identità ad usum turisticum sembrano ormai essere diventate una regola di vita. Fm / 27 agosto 2017

Come arrivare: in auto da Lugano via Varese poi la A26 fino a Alessandia e poi la A21 fino a Asti. Oppure via Milano con la A7 (ca 2 ore di strada). In Treno via Milano con cambio a Tortona, scomodo.

Dove dormire: da Felicin a Monforte d’Alba, Deliziose le camere, delizioso il cibo e il borgo.

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