Sicari, sigari e penne avvelenate, proiettili esplosivi, tuta contaminata

(Fonte: L’Orient-Le Jour, Beirut, 4 dicembre 2016)

Un documento della CIA, un’indagine di un ispettore generale dell’agenzia di intelligence e una relazione del 1975 dal comitato per monitorare il funzionamento e le attività dei vari intelligence americani (Committee Church) rivelano le cospirazioni fomentate da spie, alcuni delle quali non hanno mai superato la fase di test in laboratorio … Fidel Castro ha dal canto suo sempre affermato di essere sopravvissuto a più di 600 tentativi di assassinio.

Rasare il barbuto

I primi progetti non consideravano la possibilità di uccidere Castro ed erano più simili a scherzi studenti. La Commissione Church scrive che tra marzo e agosto 1960 “la CIA stava sviluppando piani per contrastare il carisma del tribuno sabotando i suoi discorsi.” L’idea era quella di spruzzare LSD negli studi televisivi: è stata poi abbandonata dato che il farmaco era considerato poco affidabile. I servizi tecnici della CIA avevano poi messo a punto un trattamento chimico su una scatola di sigari che avrebbe dovuto provocare una certa confusione mentale al leader, sperando che Castro si accendesse un sigaro prima di un suo discorso e ridicolizzandosi così pubblicamente. La commissione ha pure scoperto un piano volto a “distruggere l’immagine di uomo con la barba” grazie ad un prodotto depilatorio potente che gli avrebbe fatto perdere i peli. L’idea era quella di spruzzare il prodotto nei panni del “Comandante” durante un suo viaggio all’estero.

Sigaro mortale

Il rapporto della Commissione ha trovato “prove concrete di almeno otto tentativi di assassinare Castro tra il 1960 e il 1965”. Una scatola di sigari preferiti di Castro era stata ad esempio trattata con “una tossina botulinica che può uccidere se i sigari vengono messi in bocca.” I sigari sono stati consegnati ad una persona non identificata nel febbraio del 1961, ma non si sa se il tentativo di darli a Castro sia andata in porto.

Killers a pagamento

Nel 1960, la CIA ha reclutato membri della mafia promettendo loro 150.000 $ in caso di successo. L’agenzia di intelligence voleva che fosse ucciso con una pistola, ma poi la mafia ha suggerito un metodo più discreto, ovvero… inoculare del veleno in una bevanda o nel cibo. Una pillola contenente una tossina botulinica fu affidata a un funzionario cubano, Juan Orta, che sarebbe stato poi pagato dalla mafia dei casinò. Ma dopo alcuni mesi di attes, Orta ha abbandonato sua la missione. L’idea della pillola di veleno fu ripresa dopo il fiasco americano di attacco della Baia dei Porci nel 1961, ma fu poi abbandonata due anni più tardi.

 Conchiglia esplosiva

Nel 1963 nasce l’idea di un depositare una “conchiglia bomba” nei fondali dove Castro praticava le sue  immersioni, ma i servizi tecnici della CIA hanno poi considerato il progetto “irrealistico”.

Attrezzatura subacquea contaminate

La CIA contava su James Donovan, un avvocato americano che stava negoziando con Castro la liberazione dei prigionieri dopo il fallito colpo della Baia dei Porci, per offrirgli una muta da sub “contaminata”. L’indumento doveva essere impregnato con un fungo che avrebbe causato una malattia cronica della pelle, il piede Madura e la tubercolosi respiratorio. Il progetto non ha mai lasciato i laboratori della CIA.

 Penna avvelenata

Secondo la Commissione Church la CIA avrebbe consegnato a un alto funzionario cubano che voleva eliminare Castro una penna con una siringa ipodermica avvelenata “così sottile che la vittima non avrebbe nemmeno si sentito la puntura”. Ma l’alto funzionario si lamento per il fatto che la CIA non gli diede “qualche cosa di più sofisticato” e non la prese con sé…

Più tardi la CIA avrebbe dovuto fornire allo stesso funzionario una pistola con un silenziatore, ma nel mese di giugno 1965 “per ragioni di sicurezza” sono stati interrotti i contatti con questa persona.

Fm / 4 dicembre 2016