Martin Luther King aveva un sogno: la parità di diritti fra Bianchi e Neri. Risale alla fine dell’800 l’inizio delle lotte, in America, per raggiungere la parità di diritti per le donne, per i pellerossa e i nativi in generale, per gli stranieri, per i gay e per le persone di colore. Il sogno di King si realizzò definitivamente con l’elezione del primo presidente americano di colore. Ma oggi, come in passato, le tensioni interrazziali negli States non sono sparite, anzi. Nel 1964 negli USA la legge sui diritti civici (Civil Rights Act) proibì ogni forma di segregazione e di discriminazione razziale nei luoghi pubblici. Nel 1965 la legge per il diritto di voto soppresse esami e tasse richiesti per diventare elettore: ciò permise a milioni di afro-americani di emergere sulla scena politica. Martin Luther King rivendicava le pari opportunità, criticava le ineguaglianze e le ingiustizie di una società divisa in classi e promuoveva un socialismo democratico. Lanciò la “Campagna dei poveri” per ottenere salari minimi e alloggi decenti. La schiavitù negli Stati Uniti fu abolita nel 1865 (la Francia l’abolì definitivamente nel 1848, la Spagna nel 1866, l’Inghilterra nel 1807 e il Portogallo nel 1761) e un anno dopo i Neri divennero cittadini americani. Ma in 13 Stati del Sud la separazione della popolazione di colore dai Bianchi era legge. Negli anni 50 del 900 in questi Stati – Texas, Mississippi, Luisiana, Alabama, Georgia, Florida, Carolina del Nord e del Sud, Arkansas, Tennessee, Missouri, Kentucky e Virginia – la segregazione era ancora in vigore, come ricordano i numerosi romanzi e film dell’epoca e le ricostruzione storiche. La segregazione fu combattuta con estrema violenza in tutto il Sud, ma soprattutto in Alabama (Birmingham fu chiamata pure “Bombingham”) e in certi ghetti del Nord come a Chicago. Le sommosse interessarono molte città fino a tempi recenti (Miami 1980 e Los Angeles 1992). Negli anni 60 il diffondersi dei disordini e del movimento per i diritti civili e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica obbligò Washington a riconoscere la parità di diritti fra Bianchi e Neri, realizzata de facto solo a partire dalla metà degli anni 70 nelle metropoli, e molto più tardi nell’America profonda e in quella storicamente razzista.

I have a dream: that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal”» – (28 agosto 1963, Washington, discorso al Lincoln Memorial). Chi era Martin Luther King? Nato ad Atlanta nel 1929 fu ucciso a Memphis il 4 aprile 1968. Celeberrimo è rimasto il discorso che tenne nel 1963 quando pronunciò più volte la fatidica frase “I have a dream”, proprio negli anni in cui – per dirla con le parole di Bob Dylani tempi stavano cambiando e solo il vento poteva portare una risposta. politico. Attivista e pastore protestante, nel 1964 fu il più giovane Premio Nobel per la pace della Storia. Unanimemente riconosciuto apostolo della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta ogni sorta di pregiudizio etnico. Il caso che fece scaturire la rivolta dei neri nel 1965 fu l’arresto di Rosa Parks, accusata di aver violato le leggi sulla segregazione. King organizzò allora una protesta pacifica, senza armi e basandosi sul dialogo. Più volte imprigionato, perseguitato dagli ambienti segregazionisti, nel mirino dell’FBI, King fu assassinato mentre si trovava assieme alla moglie Coretta su un balcone del Lorraine Motel di Memphis, Tennessee.

Un altro personaggio cardine del movimento per i diritti civili degli afro-americani fu Malcom X, una figura decisamente diversa da quella di King. Nato Malcolm Little a Omaha nel 1925, fu assassinato a New York nel 1965. È considerato uno dei più grandi e controversi leaders del 900. Agli schiavi neri americani veniva assegnato il cognome dei loro padroni. Sebbene non fosse lui stesso figlio di schiavi, l’origine del suo cognome era riconducibile ai padroni dei suoi antenati. La scelta di “X” rappresentò il rifiuto di accettare questo legame anagrafico. Malcolm terminò la High School ottenendo i migliori risultati della sua classe ma abbandonò quando il suo insegnante gli disse che diventare un avvocato non era “un obiettivo realistico per un negro“. Trasferitosi a New York si diede a una serie di attività illegali: spaccio di droga, gioco d’azzardo, prostituzione, estorsione e rapina. Nel 1948 mentre era in carcere il fratello gli chiese di unirsi alla Nation of Islam (NOI), la cui tesi centrale era che la maggior parte degli schiavi africani erano musulmani prima di venire catturati, e che i Neri avrebbero dovuto riconvertirsi all’Islam. Il NOI era un gruppo “nazionalista nero“: auspicava la creazione di una nazione nera separata all’interno degli USA. Malcolm fu affascinato dalla NOI e sostenne che l’Islam era capace di abbattere ogni barriera razziale e ogni forma di discriminazione. Ciò che oggi è sempre più difficile confermare. Nell’estate del 1963 entrò in conflitto con l’organizzazione e in occasione dell’assassinio di JFK disse che la violenza che i Kennedy non erano riusciti a fermare gli si era “ritorta contro” e che questo genere di cose lo rendeva felice. Dichiarazioni che causarono enorme scalpore. Molte sue posizioni, che già dividevano il movimento per i diritti dei neri, lo allontanarono da Martin Luther King. Nel 1964 dichiarò pubblicamente la sua separazione dalla NOI e annunciò la creazione di un nuovo movimento che abbandonava il presupposto religioso come elemento di coesione per il popolo nero. Il 21 febbraio 1965 fu ucciso da tre sicari della NOI.

Francesco Mismirigo, 31 luglio 2016

(5’714 battute, spazi compresi)